Aggiornamenti flash – Diritto e procedura penale edition

Aggiornamenti flash – Diritto e procedura penale edition

  1. Avete presente il caso di Shoji Sakurai e Takao Sugiyama? Ne avevamo parlato un po’ di tempo fa: si tratta di un noto caso di condanne all’ergastolo basate su confessioni ritrattate. In seguito, 35 anni dopo la sentenza, e 9 anni dopo che i soggetti erano stati ammessi alla liberazione condizionale, il Tribunale di Mito accettava la richiesta di revisione del processo. Quest’anno la vicenda si è conclusa ed il Tribunale ha completamente scagionato i due ex-carcerati.
    Bene, fin qui sono cose che più o meno sapevamo già.
    La notizia di oggi è che il caso in questione, il “caso Fukawa”, è riportato nel libro di testo rivolto ai giudici che riporta casi letteralmente “di scuola” ove il problema in questione è la credibilità delle confessioni: 「自白の信用性-被告人と犯行との結び付きが争われた事例を中心として-」”La credibilità delle confessioni: con particolare riguardo ai casi in cui si è dibattuto il collegamento tra imputato e reato“.
    L’aspetto curioso è che il caso Fukawa viene portato come esempio di confessione veritiera. Bum!
    Il libro di testo sostiene infatti che le contraddizioni siano da attribuire allo stato di eccitazione e confusione successivo alla commissione del delitto, all’intenzione degli indagati di sminuire le proprie responsabilità e di confondere la confessione mischiando fatti reali e inventati. In conclusione, la credibilità della confessione non ne è intaccata.
    L’avvocato dei sig.ri Sakurai e Sugiyama ha chiesto che i riferimenti al caso siano eliminati dalle prossime edizioni del libro, ma la Corte Suprema non ha per ora rilasciato commenti significativi.
  2. L’ufficio del pubblico ministero di Shizuoka ha reso pubblici 176 reperti probatori relativi a un omicidio commesso nel 1966, per il quale il sig. Iwao Hakamada è stato condannato a morte nel 1968.
    La condanna non è stata ancora eseguita (43 anni nel braccio della morte) e il collegio difensivo spera in una riapertura del caso.
  3. Un cittadino lettone, Zanis Klepeckis, fu fermato nell’ottobre 2010 all’aeroporto di Narita con 10 kg di droghe sintetiche nel proprio bagaglio. Il processo per traffico di sostanze stupefacenti che inizia nei suoi confronti in questi giorni è di competenza della giuria mista, e si avvia ad essere uno dei più lunghi processi con saiban’in, sia perché l’imputato intende negare tutte le accuse, sia perché le procedure di interpretariato e traduzione richiedono tempo. Si prevede una durata di un paio di mesi.
    La pubblica accusa non ha perso l’occasione per attaccare il sistema e ha dichiarato che un processo così lungo costituisce un fardello troppo pesante per i (sei) cittadini chiamati a parteciparvi.

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