Dicesi enzai

Dicesi enzai

Si legge enzai e si scrive così, 冤罪 , con il primo dei due kanji che non è nemmeno più inserito nella lista dei caratteri insegnati nelle scuole dell’obbligo.

Significa “errore giudiziario”.

Come quello che oggi la sezione di Tsuchiura del Tribunale distrettuale di Mito ha riconosciuto con la sentenza di non colpevolezza dichiarata nei confronti di Shoji Sakurai e Takao Sugiyama.

I due erano stati accusati della rapina con omicidio ( 強盗殺人 ) avvenuto nel 1967 nella provincia di Ibaraki, e condannati nel 1970 all’ergastolo. Le prove a sostegno della condanna erano state la loro confessione e un testimone oculare che aveva dichiarato di aver visto le due persone nei pressi del luogo del delitto. Nonostante la ritrattazione della confessione in primo e secondo grado di giudizio, la Corte Suprema aveva confermato nel 1978 la condanna sostenendo l’attendibilità della confessione.

I due erano stati rilasciati con sospensione condizionale della pena ammessi alla liberazione condizionale nel 1996, ma la loro battaglia giudiziaria non era evidentemente finita.

Nel settembre 2005 il Tribunale di Mito accettava la seconda richiesta di revisione del processo, confermata nel dicembre 2009 dalla Corte Suprema. Il processo, iniziato nel luglio 2010, sarebbe dovuto arrivare a sentenza il 16 marzo 2011 ma a causa del terremoto dell’11 marzo la sentenza è arrivata soltanto oggi.

Salgono così a 8, dal 1946, le persone in Giappone condannate alla pena di morte o all’ergastolo e dichiarate non colpevoli in seguito a revisione del processo.

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