Il mobbing in Giappone: “pawahara”

Il mobbing in Giappone: “pawahara”

… che è la contrazione di “power harassment” in quattro more, struttura metrica che piace all’orecchio giapponese.

Il Ministero del Lavoro ha recentemente preso coscienza del problema. Lo scorso anno lo sportello (comprende una linea telefonica) dedicato a fornire consigli su problemi collegati al lavoro, ha ricevuto un numero totale di 246.907 richieste di aiuto o consiglio. Di esse, più di 39.000 sono state relative al pawahara.
Si tratta di una cifra circa 6 volte maggiore rispetto al 2002, anno in cui fu lanciata la campagna contro gli abusi sul luogo di lavoro. Ciò non significa necessariamente che il fenomeno sia in crescita, ma più probabilmente che si stia diffondendo la consapevolezza che il pawahara sia un problema, e che ci sono metodi -e magari anche strumenti legali- per venirne a capo.

La prima cosa che il Ministero ha ritenuto di fare è definire cosa costituisca “power harassment”. La definizione provvisoria è stata comunicata al pubblico il 30 gennaio:

職場内で優位な立場にある上司や同僚が、業務の適正な範囲を超えて精神的・身体的苦痛を与えること

Cioè: “infliggere sofferenze psicologiche o fisiche che vanno oltre il giusto ambito lavorativo, nel luogo di lavoro, da parte di superiori che ricoprono posizioni di preminenza o di colleghi”. Alcune fonti precisano che non rileva la relativa posizione gerarchica dei soggetti, e che vi possa essere power harassment anche da parte di soggetti gerarchicamente inferiori, il che non è affatto un’idea balzana: pensiamo ad esempio al potere dei responsabili IT in un’organizzazione complessa.
Le linee guida ufficiali saranno pubblicate entro l’inizio del prossimo anno fiscale, il 1 aprile: non sta per niente bene cambiare le regole (…) in un’altra data.

Questi gli esempi delle sei categorie di condotte che costituiscono pawahara:

  1. Atti violenti o attacchi al corpo della persona.
  2. Linguaggio violento o attacchi verbali contro la sfera psicologica della persona.
  3. Ignorare ed evitare i rapporti umani con il soggetto.
  4. Imporre lavori la cui realizzazione è impossibile, o avanzare altre richieste sproporzionate.
  5. Ordinare l’esecuzione di lavori semplici, che non riflettono le capacità del soggetto, o altre richieste eccessivamente semplici.
  6. Intrusioni eccessive nella sfera personale del soggetto.

E visto che parliamo di diritto del lavoro giapponese e di mobbing, mi viene in mente un romanzo, diventato poi un film che immagino molti conosceranno: Stupeur et tremblements:

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=MUdZL7eZdcI]

Addenda: ho trovato la pagina web -non è stato immediato- del Gruppo di lavoro ministeriale che sta lavorando sul tema, i documenti sono scaricabili a partire da qui.

4 pensieri riguardo “Il mobbing in Giappone: “pawahara”

  1. Una mia amica mi ha detto che recentemente e’ arrivato un “avvocato” in ufficio (non so chi sia questa figura, mi ha detto solo che era un “lawyer” – probabilmente un ispettore del lavoro?). Il tipo e’ stato chiamato da un anonimo/a in azienda.
    La sua azienda e’ medio-piccola (130 dipendenti) e lavora nel marketing/advertisement/media. Fanno straordinari che neanche i cinesi: tirano avanti fino alle 2 di notte almeno due o tre giorni a settimana, e gli altri giorni siamo sempre sul filo dell’ultimo treno, quando va bene.

    L’ispettore ha deliberato (non so alla luce di quali prove… forse gli e’ piombato in ufficio a mezzanotte?) che dall’1 febbraio devono cominciare a timbrare il cartellino anche in uscita (cosa che prima non facevano, timbravano solo presenza la mattina) e se qualcuno deve lavorare dopo le 10 di sera deve presentare un modulo. (Non so neppure che poteri abbia questa persona).

    Risultato: oggi (domenica) la tipa va a lavorare dall’1 alle 4 del pomeriggio, perche’ e’ indietro col lavoro. Lei dice che subisce pressioni micidiali dall’alto, e che da lei cosi’ e’ la regola… ma credo che la situazione sia un po’ meno complessa di come la spiega lei. Il mio sospetto e’ che anche i dipendenti siano in qualche modo accondiscendenti. L’azienda e’ chiaramente sottodimensionata rispetto alla mole di lavoro che ha, ma essere sottodimensionati in giapponese significa che c’e’ meno gente che aspira a diventare 課長, e via dicendo man mano che si sale nella scala gerarchica. E poi i bonus sono commisurati alla mole di vendite che fanno e di progetti che seguono, quindi…

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