Andrea Ortolani

Tag: danno psicologico

I giapponesi che fanno causa (XXVII)

63. Transgender al golf club

Una persona di sesso maschile si iscrive ad un club di golf.
Qualche tempo dopo il soggetto cambia sesso e richiede di cambiare i dati dell’iscrizione: ora lei è una donna. Il club rifiuta di rinnovare l’iscrizione. La donna si rivolge ai giudici.
Il Tribunale di Shizuoka (sede di Hamamatsu, pres. Kenjiro Furuya 古谷 健二郎 ) ha accolto la domanda della parte attrice e condannato il golf club a risarcire il danno psicologico della donna, quantificato in poco più di un milione di yen (circa 7.300 euro), contro i 5,8 milioni della domanda. La reazione del golf club va infatti contro i principi di eguaglianza stabiliti dalla costituzione giapponese.
Il club valuterà se presentare appello.

64. Indennità per lavoro rischioso e responsabilità di TEPCO

Quattro lavoratori di una società a cui TEPCO aveva appaltato lavori presso la centrale di Fukushima-1 dichiarano di non aver ricevuto alcuna indennità, nonostante fosse prevista da contratto.
I lavoratori hanno intenzione di citare in giudizio TEPCO in quanto sostengono che tale società è tenuta a garantire che i lavoratori ricevano la retribuzione a loro dovuta.

(puntata precedente)

I giapponesi che fanno causa (XXVI)

58. Yasukuni ed il quieto vivere

Ricordate la controversa visita del Primo ministro Abe al controverso santuario shinto di Yasukuni? Bene, un gruppo di 540 cittadini di Osaka ha fatto causa al Primo ministro perché questa visita viola il loro diritto a vivere in tranquillità. Chiedono un risacimento di ¥10.000 a testa (circa 70 euro) ed il divieto per Abe di ripetere la visita.
Pare che una causa analoga sarà presentata da un gruppo di 270 cittadini di Tokyo.

59. TEPCO deve pagare

Un cittadino residente in una zona non sufficientemente vicina alla centrale di Fukushima-1 da essere ricompresa nelle zone oggetto di provvedimenti di evacuazione, ma sufficientemente vicino da indurlo a lasciare tutto e andarsene a Kyoto, ha citato in giudizio TEPCO, chiedendo che gli fossero risarcito il danno conseguente al trasloco, oltre al danno psicologico.
Il tribunale di Kyoto gli ha dato ragione. Primo caso di questo genere.

60. Questa centrale nucleare non può ripartire

Un gruppo di cittadini residenti nella zona di Fukui aveva chiesto al Tribunale di impedire la riaccensione dei reattori della centrale nucleare di Oi.
Il Tribunale di Fukui, pres. Hideaki Higuchi ( 樋口 英明 ), ha dato ragione agli attori.
Le reazioni sono state varie: a parte la scontata proposizione di appello, degno di nota il “beh, cosa volete che sia, la riaccenderemo ugualmente” del segretario generale del gabinetto Yoshihide Suga, all’elezione di nuovi membri dichiaratamente pro-nucleare per l’organo che vigila sulla sicurezza dell’industria nucleare in Giappone, la cd. NRA.

61. McDonald’s contro TEPCO

McDonald’s chiede un risarcimento a TEPCO per il mancato guadagno o per la chiusura dei suoi ristoranti situati all’interno dell’area di evacuazione circostante la centrale di Fukushima-1.

62. Troppo inglese in televisione

Hoji Takahashi, 72enne di Nagoya e direttore della 日本語を大切にする会 (Associazione per la promozione dell’importanza della lingua giapponese) aveva chiesto che NHK risarcisse il suo danno psicologico causato dall’eccessivo uso di espressioni straniere, in particolare della lingua inglese, nelle trasmissioni dell’emittente nazionale.
Il Tribunale di Nagoya, Pres. Kiyofumi Saito ( 齋藤 清文non ha accolto la domanda.

(puntata precedente)

I giapponesi che fanno causa (XXIV)

52. E ora te lo paghi

Nel maggio 2013 il sindaco di Osaka, l’ex avvocato e personaggio televisivo Toru Hashimoto aveva rilasciato dichiarazioni sulla prostitute/schiave sessuali usate dall’esercito giapponese nella Seconda Guerra Mondiale .
Hashimoto, viste le critiche aveva annullato il biglietto aereo di un viaggio programmato da lungo negli Stati Uniti.
Un gruppo di cittadini ha citato in giudizio il sindaco poiché, nonostante le scuse, si è rifiutato di rimborsare di tasca sua i soldi che il comune di Osaka ha perso per via dell’annullamento repentino del viaggio di lavoro. La somma di cui si parla è di circa 690.000 jpy, cioè meno di 5.000 euro.
(aggiornamento: Hashimoto si è dimesso, al fine di essere rieletto)

53. Danno da sbirciatina.

Madre e figlia hanno citato in giudizio una stazione termale (onsen) perché la barriera in bambù che divideva le vasche -dove, ricordiamo, si entra svestiti- dal corridoio permetteva di sbirciare all’interno. Le donne erano state a mollo 30 minuti e temono che qualcuno le abbia viste o fotografate.
L’albergo aveva offerto uno sconto di ¥10.000 (70 euro circa) sul pernottamento, le donne hanno presentato domanda di risarcimento del danno anche psicologico per ¥2.000.000 (14.000 euro).

54. Incidenti stradali, pene e risarcimenti

La famiglia di una donna 75enne morta dopo essere stata investita da una bicicletta ha fatto causa al conducente della bicicletta, e ha prevedibilmente vinto la causa.
Interessante notare l’entità delle sanzioni per l’investitore: in sede penale 2 anni di carcere (pena sospesa per 3 anni), in sede civile è stato condannato a risarcire ¥47 milioni (€335.000 circa al cambio di questi giorni) agli eredi della vittima (Trib. Tokyo, Pres. Motoko Miki 三木素子 ).

(puntata precedente)

I risarcimenti di Fukushima (parte VII)

Il 5 agosto 2011 la Commissione d’inchiesta sulle controversie per il risarcimento dei danni da energia nucleare ha pubblicato le “Linee guida intermedie sulla valutazione dell’estensione dei danni da energia nucleare dovuti agli incidenti alle centrali nucleari TEPCO di Fukushima 1 e 2 ( 東京電力株式会社福島第一、第二原子力発電所事故による原子力損害の範囲の判定等に関する中間指針 )″.

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I risarcimenti di Fukushima (parte V)

Il 20 giugno 2011 la Commissione d’inchiesta sulle controversie per il risarcimento dei danni da energia nucleare ha pubblicato il “Supplemento alle seconde linee guida sulla valutazione dell’estensione dei danni da energia nucleare dovuti agli incidenti alle centrali nucleari TEPCO di Fukushima 1 e 2” ( 東京電力(株)福島第一、第二原子力発電所事故による原子力 損害の範囲の判定等に関する第二次指針追補 ).

Come si è visto in precedenza, le linee guida prendono in considerazione il diritto vigente e anticipano le decisioni di ipotetiche cause civili.
Vista l’autorevolezza della Commissione, è difficile immaginare che in futuro un Tribunale investito della questione possa rendere una decisione radicalmente diversa dal contenuto delle linee guida.
Esse pertanto da una parte portano chiarezza nella materia e rendono un servizio utile alle migliaia di danneggiati, dall’altra costituiscono un forte disincentivo per gli stessi danneggiati a presentare le loro richieste alla giustizia ordinaria nel caso in cui non si ritengano soddisfatti delle misure delle linee guida.

La Commissione era stata criticata per non aver indicato nelle linee guida precedenti cifre di riferimento per la liquidazione dei danni. Il supplemento alle seconde linee guida (S2LG) ovvia a questa mancanza, ed espone i criteri per calcolare il risarcimento del danno psicologico sofferto dagli evacuati e dagli individui soggetti a ordine di stare in casa.

La somma prevista come indennizzo dal S2LG non prevede differenze né in base alla dimensione del nucleo familiare né in base all’età dei soggetti.
Sotto il profilo temporale, la Commissione identifica 3 periodi: 1. i primi sei mesi successivi all’incidente; 2. i mesi da 7 a 12; 3. il periodo da un anno dall’incidente in poi. La Commissione espone i criteri per i periodi 1 e 2, mentre si astiene dal dettare regole per il periodo 3, siccome non è chiaro se e quando le persone evacuate dalle zone più vicine alla centrale, all’interno della zona di evacuazione, potranno ritornare a vivere nelle proprie case.

La somma suggerita come risarcimento per il danno psicologico relativo al periodo 1 è di 100.000 yen mensili a testa, che salgono a 120.000 nel caso dei soggetti sfollati in strutture di emergenza. Nel caso degli individui soggetti a ordine di stare in casa, il risarcimento è di 100.000 yen mensili da calcolarsi fino al giorno in cui l’ordine sia stato revocato.
La somma mensile per il periodo 2 è di 50.000 jpy a testa, mentre per il periodo 3 la Commissione non prende per il momento posizione.

Il conteggio del periodo per cui è dovuto il risarcimento parte dal giorno del disastro, 11 marzo, a prescindere dal momento in cui i singoli soggetti hanno lasciato le loro case.
Il termine finale coincide con il ritorno delle persone nelle loro case, ma come accennato in precedenza, non è possibile fare previsioni in questo senso e la Commissione lascia questo aspetto ad una riflessione successiva.

(continua)