Andrea Ortolani

Tag: pornografia

I giapponesi che fanno causa (XXXII): attrici per ricatto, idols che si fidanzano e danni atomici

76. Attrice di un certo tipo

Una giovane donna firma un contratto con una società che le promette di promuoverla come attrice e personaggio del mondo dello spettacolo. In realtà il contratto prevede, tra le altre cose, che la donna reciti in diversi film a luci rosse.
Quando la giovane donna, dopo aver partecipato a lavori “osceni” (non è dato sapere ulteriori dettagli) da minorenne, raggiunta la maggiore età si rifiuta di partecipare come protagonista di un film per adulti, la società produttrice le fa causa, chiedendo ¥24M (€ 175.000) come risarcimento per inadempimento del contratto.
Il Tribunale di Tokyo, pres. Katsuya Hara ( 原 克也 ) non ha accolto la domanda della produzione, liberando di fatto la giovane donna dal vincolo contrattuale.

77. Idol? Vietato fidanzarsi

Un gruppo di idol come tanti altri. Un contratto tra la società che produce il gruppo e le ragazze del gruppo. Una clausola del contratto prevede che le ragazze non possano avere un fidanzato. Questioni di immagine di fronte ai possibili fans.
Il gruppo alla fine non ha il successo sperato e si scioglie, ma si scopre che una delle ragazze aveva una storia con un ragazzo. I produttori quindi fanno causa alla ragazza, chiedendo un risarcimento per la violazione della clausola.
Il giudice Akitomo Kojima ( 児島 章朋 ) del Tribunale di Tokyo ha riconosciuto le ragioni della società produttrice e condannato la giovane al pagamento di ¥650.000 (€ 4.800) come risarcimento nei confronti dei produttori.
Qui altri dettagli.

78. Danni per la contaminazione radioattiva. Di 70 anni fa

64 residenti della provincia di Hiroshima hanno fatto causa alle amministrazioni locali perché non sono stati inclusi come vittime “certificate” della nube radioattiva che coprì la città dopo il bombardamento atomico americano del 1945. Cioè 70 anni fa.
Si tratta dei tipici giapponesi che detestano andare in giudizio, la cultura giapponese che non ama la legge ed il diritto etc etc…

(puntata precedente)

Aggiornamenti flash

  1. Nikon organizza una mostra fotografica a Tokyo in cui ospita un artista coreano, Ahn Se-Hong. Tra i soggetti delle sue foto, le cd. “comfort women“, in giapponese 慰安婦 (i’anfu), insomma le donne coreane e cinesi obbligate a soddisfare gli uomini dell’esercito imperiale giapponese sul continente negli anni 1930 e ’40.
    Nikon riceve proteste, verosimilmente dai soliti fascisti dei camioncini neri, e annulla la mostra.
    Il fotografo ricorre in giudizio, sostenendo di avere diritto a tenere la mostra.
    Il giudice Yasushi Itami ( 伊丹 恭 ) del Tribunale di Tokyo dà ragione al fotografo coreano: la mostra si deve tenere.
    Nikon ha annunciato che presenterà ricorso, ma probabilmente non farà in tempo ad ottenere una pronuncia prima della chiusura programmata della mostra, il 9 luglio.
    Soddisfazione del quotidiano del Partito comunista giapponese, “Bandiera rossa”, per la vittoria della libertà di espressione.
    Un quotidiano italiano non è tra i più aggiornati.
  2. A Kobe un uomo di 40 anni è stato *arrestato* per aver venduto su internet dei disegni espliciti, per l’astronomica somma di 500 yen l’uno. 1.500 jpy, € 15 (quindici) circa in totale. Il reato è quello contemplato dall’art. 175 codice penale giapponese, che punisce la vendita, la distribuzione, la pubblicazione ed il possesso ai fini di vendita di immagini pornografiche. Grazie @giappopazzie per il link.
    Nonostante sia illegale arrestare una persona per un reato ed indagare su un altro, la pratica è comune tra gli investigatori in Giappone. Ecco, in casi come questo mi viene quasi da sperare che appunto ci sia dietro qualcos’altro. Altrimenti la domanda è: ma questi investigatori non hanno proprio niente di meglio da fare?
  3. No, non hanno proprio niente di meglio da fare.