- Il governo vuole approvare una legge problematica sul segreto di Stato. Persino le celebrità della TV prendono posizione contro la proposta.
- Intervista a Ichiro Komatsu, ex diplomatico ora a capo dell’Ufficio legislativo del governo, che ha proposto di modificare l’interpretazione della Costituzione in materia di diritto all’autodifesa collettiva.
Ma Abe sembra titubare, alla maniera di Sant’Agostino: “Signore, rendimi una grande potenza militare – ma non subito”: le riflessioni del sempre eccellente Michael Cucek (Shisaku). - I membri della Yakuza usa(va)no avere il corpo tatuato. Alle terme nessuno vuole yakuza fra i piedi ma l’avviso all’ingresso nelle terme non è “Vietato l’ingresso ai membri della yakuza”, bensì “Vietato l’ingresso alle persone tatuate”.
Nei giorni scorsi una donna neozelandese con tatuaggi tradizionali Maori sul viso si è vista negata l’ingresso ad uno stabilimento termale. L’avvocato Noriaki Nakamura discute se il divieto di ingresso ai tatuati sia giustificato o se costituisca un’ingiusta discriminazione. (Risposta: al giorno d’oggi non è giustificato) (ht @hikosaemon).
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Avevamo parlato in precedenza dei regolamenti regionali per l’esclusione dei cosiddetti “gruppi violenti”, cioè la criminalità organizzata, detta in giapponese yakuza.
A febbraio il Parlamento giapponese ha emendato la Legge contro i gruppi violenti (il titolo ufficiale della legge è “Legge sulla prevenzione etc. di atti illegali da parte di membri di gruppi violenti”, 暴力団員による不当な行為の防止等に関する法律 ) in modo da rendere possibile l’arresto in flagranza di reato. L’emendamento è entrato in vigore il 26 luglio 2012.
Il reato che si configura è la presentazione di richieste irragionevoli o illegali a comuni cittadini, da parte di membri di gruppi indicati come “gruppi violenti”. Qui vi è una lista dei “gruppi violenti“, con stima del numero di membri, aggiornata al dicembre 2009.
Il più noto segno distintivo dei membri della yakuza sono gli enormi tatuaggi. Sul perché i malavitosi ricorrano a questi segni distintivi, consiglio sempre il recente libro di Diego Gambetta “Codes of the Underworld“.
Quest’estate alcune piscine hanno fatto notizia per aver dichiarato di voler negare l’accesso a tutte le persone tatuate, indipendentemente dalla dimensione e dal (presunto) significato del tatuaggio.
Mi è capitato di vedere in metropolitana la pubblicità di una di queste piscine/parchi acquatici, ed in effetti anche sulla pubblicità è in bella mostra l’avviso: NO TATTOO (notare: è l’unica scritta in caratteri latini, a parte ovviamente l’indirizzo internet).
La J-league, cioè l’equivalente della serie A di calcio in Giappone l’estate passata ha rilasciato una dichiarazione e celebrato una piccola cerimonia simbolica per ribadire che non saranno tollerate aderenze tra il mondo del calcio e la yakuza.
Insomma si stanno da una parte aumentando i costi per chi intende fare affari con la yakuza, dall’altra sensibilizzando l’opinione pubblica ad appoggiare le politiche rivolte ad isolare la malavita.
Qualcuno sta perdendo la pazienza. In Kyushu si sono già registrati 4 casi di lavoratori di ristoranti/bar che negano l’ingresso a membri della yakuza attaccati e feriti. Nell’ultimo, un uomo è stato accoltellato ai glutei mentre rincasava dal lavoro in uno di questi ristoranti che espongono cartelli “Vietato l’ingresso a persone collegate alle forze antisociali”.
In questo quadro si inserisce la notizia, prima lanciata da un settimanale scandalistico, poi confermata dal diretto interessato.
La notizia è che l’attuale Ministro della Giustizia giapponese Keishu Tanaka ( 田中 慶秋 ), ha avuto rapporti con la yakuza. I fatti risalgono a 30 anni fa, quando egli fu l’ospite di onore al matrimonio di un membro di uno dei “gruppi violenti”.
Il neoministro ha ammesso la cosa, ma ha dichiarato che, trattandosi di cose passate e avendo lui ora reciso i contatti con la yakuza, non intende dimettersi.