Andrea Ortolani

Tag: contratto di lavoro

I giapponesi che fanno causa (XXVIII)

65. Hai un fidanzato? È una violazione contrattuale ed io ti faccio causa

Avevamo parlato una prima ed una seconda volta del contratto del gruppo di idols (aidoru) AKB48. Il punto preso in esame era questo: l’accordo spesso prevede che le idols non possano avere relazioni sentimentali -o che comunque queste debbano essere tenute assolutamente segrete.
Giunge notizia di un altro caso analogo: si scopre che due componenti di un gruppo di idols hanno un fidanzato. I manager del gruppo mandano una lettera a tutte le parti coinvolte in cui chiedono tra le altre cose un risarcimento per violazione del contratto.
Come giustamente nota l’articolo, non risulta che al momento sia stata presentata una vera e propria domanda al tribunale. Si tratta, per ora, di una semplice lettera inviata dal management alle ragazze e ai fans.
Però, è singolare che queste tattiche intimidatorie siano praticate, e che facciano appello proprio ad aspetti prettamente giuridici: è stato concluso un contratto, dovete pagare un risarcimento per la sua violazione.
Rincuora il fatto che da più parti queste clausole e queste pratiche siano considerate sbagliate e prive di contatto con la realtà.

66. Una casa di riposo un po’ particolare

La circoscrizione ( 区 – ku) di Shibuya ha acquistato nell’aprile scorso uno stabilimento termale (terreno ed edificio sovrastante) nella provincia di Shizuoka, per la somma di ¥110M (circa €780.000 al cambio -molto volatile- attuale) al fine di usarlo come struttura per anziani.
Un membro dell’assemblea della circoscrizione ha chiesto un risarcimento al presidente della circoscrizione, poiché si è scoperto che la location era stata usata per girare una serie di film a luci rosse.
L’attore -in senso processuale!- sostiene che la struttura, visti i suoi trascorsi, sia inadatta ad ospitare gli anziani, e che il prezzo pagato dall’apparentemente ignara circoscrizione è ormai di gran lunga superiore al prezzo di mercato, ora che il passato degli edifici di dominio pubblico.
Grazie per la segnalazione a @tokyoreporter su twitter (qui il sito).

(puntata precedente)

Il contratto di lavoro delle AKB48

Molti fra i lettori di questo blog sanno chi sono le AKB48.
Per chi non lo sapesse, c’è Wikipedia. O YouTube.

L’altro giorno la colonna di diritto del lavoro del Japan Times parlava proprio di loro, e della cosiddetta “clausola di castità” presente nel contratto di lavoro.
In sostanza: queste ragazzine, entrando a far parte del gruppo, promettono al management di non intrattenere relazioni affettive con nessuno. Pare che nel loro contratto sia inserita una clausola che recita più o meno così:  “È permesso essere oggetto di amore, che però non dovrà essere corrisposto”.
A detta dell’articolista -scusate ma non ho links o altri riferimenti, se qualcuno le avesse vi prego di postarli nei commenti alcune ragazze del gruppo in passato sono state costrette ad abbandonare la loro carriera nel gruppo per essere state paparazzate in compagnia di ragazzi o perché trapelavano notizie sulle loro relazioni romantiche. L’autrice cita il caso di tal Yuka Masuda.
E mentre questo post era in bozza è esploso il caso di Minami Minegishi, 20 anni, paparazzata da un settimanale mentre usciva dall’edificio dove aveva passato la notte con il componente di un’altra boyband. Ne ha parlato pure il Corriere, con qualche imprecisione: non mi pare si sia mai detto sesso, il ballerino non mi sembra fosse famoso prima di questa storia, ma l’articolo è sostanzialmente corretto.
Minami ha mandato un video di scuse ufficiali. In segno di pentimento per il profondo shock che questo suo gravissimo atto ha provocato nei fans, nelle compagne, nello staff e nelle rispettive famiglie, si è rasata i capelli (quasi) a zero. Ecco il video:

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=UlzrIgacADU]

(nel frattempo come vedete, il video è stato tolto… ma chi fosse interessato lo può sicuramente trovare da altre parti sul web)

Inoltre, Minami è stata “declassata” da membro effettivo a 研究生 , più o meno “apprendista”.

L’autrice dell’articolo del Japan Times, Hifumi Okunuki, docente di diritto costituzionale e diritto del lavoro e collaboratrice presso un sindacato, si chiede dunque se: 1. tali clausole siano legittime, e 2. se il licenziamento di una ragazza per questi motivi sia legittimo. La prof. Okunuki cita giustamente l’art. 90 del codice civile giapponese, ed il riferimento al 公序良俗 (kôjo ryôzoku, ordine pubblico e buon costume): gli accordi che violano l’odine pubblico ed il buon costume sono invalidi.

Ora, da una parte vi sono i fans che evidentemente vogliono sognare e si sentono traditi se vengono a sapere la loro “idol” ha delle relazioni sentimentali con qualcuno: il mestiere di questi gruppi è proprio quello di vendere sorrisi e sogni. Non importa se si tratta di milioni di fans (viene in mente questa scena da Scemo e più scemo).
Dall’altra vi sono le libertà costituzionali ed appunto il riferimento all’ordine pubblico e buon costume: è lecito che un contratto di lavoro intervenga così pesantemente sulla sfera privata di un’adolescente?

Vi sono precedenti in materia di licenziamento per ragioni extralavorative collegate a relazioni sentimentali: l’articolo cita il caso di una società che scoprì una relazione adulterina tra due suoi dipendenti e licenziò la donna -ma non l’uomo
In tribunale il licenziamento fu ritenuto illegittimo, perché la relazione, nonostante fosse moralmente deprecabile, non incideva sulla prestazione di lavoro contenuta nel contratto.

Qui si pensa che la clausola del contratto delle AKB48 sia illegittima per contrasto con i più elementari diritti civili, in particolare se guardiamo la Costituzione giapponese, con gli art. 13 (libertà fondamentali), 24 (parità uomo-donna, dignità dell’individuo e libertà nelle questioni di famiglia).
Mi pare però che se non passa la tesi (forte) del contrasto con i principi costituzionali fondamentali, e si valuta la questione attraverso gli standard del precedente giudiziario citato in precedenza, alla luce della psicologia dei fans del gruppo, la clausola di castità prevista dal contratto possa realisticamente essere ritenuta un elemento essenziale e in un’ipotetica causa il giudice non possa dichiararla irragionevole.