Andrea Ortolani

Tag: Yukio Edano

Aggiornamenti flash

  1. Mercoledì 30 novembre il Secondo collegio ristretto della Corte Suprema (Pres. Katsumi Chiba 千葉 勝美ha rigettato la domanda di 250 cittadini sudcoreani che chiedevano la rimozione dei nomi dei loro familiari dalla lista delle anime ricordate al tempio Yasukuni.
    Gli attori sostenevano naturalmente che l’essere venerati al tempio dei caduti delle guerre giapponesi violava i diritti dei familiari e che pertanto fosse una pratica incostituzionale. La Corte ha risposto che la presentazione da parte del governo dei nomi dei caduti non viola il principio di separazione Stato/religione poiché si tratta di cosa diversa dall’inserimento nelle liste delle anime onorate.
    La sentenza della Corte Suprema conferma le sentenze di primo e secondo grado emesse dal Tribunale e dall’Alta Corte di Tokyo. Strada in salita dunque anche per la causa del sig. Hui Jong Kim.
    Altri articoli parlano di decisioni analoghe rese nella stessa data dallo stesso Secondo collegio ristretto, ma con Presidente del collegio Yuki Furuta ( 古田佑紀 ) e che confermano sentenze dell’Alta Corte di Osaka.
    Non mi sembra che le decisioni siano già state caricate sul sito della Corte Suprema, toccherà aspettare.
  2. La Federazione degli ordini degli avvocati giapponese (JFBA) intende introdurre dal prossimo luglio un sistema attraverso cui garantire agli indagati meno abbienti una somma fino a 3 milioni di yen per poter così usufruire della libertà su cauzione. L’obiettivo è di permettere al 50% degli indagati in attesa del processo penale di essere liberati su cauzione. Oggi la percentuale si attesta sul 18%.
    La proposta dovrà tuttavia essere discussa con la Corte Suprema ed il Ministero della giustizia.
  3. Secondo il Ministro dell’economia Yukio Edano la corporate governance in Giappone non ha nulla da invidiare a quella degli Stati Uniti, o forse è anche migliore, in termini di sforzi e risultati.

Aggiornamenti flash – TEPCO edition

Il prossimo articolo della serie sui risarcimenti di Fukushima è in preparazione, ma oggi bisogna dare un paio di aggiornamenti veloci su TEPCO.

Il governo giapponese, tramite il Ministro dell’economia, commercio e industria Yukio Edano, ha approvato il trasferimento a TEPCO di circa 900 miliardi di yen (8,3 miliardi di euro al cambio odierno). Si tratta della somma che, in un business plan (…) presentato al governo il 28 ottobre e qui illustrato dalla stessa TEPCO nei suoi punti fondamentali, la società aveva indicato come necessaria al fine di poter pagare i (primi) risarcimenti alle vittime dell’incidente nucleare secondo quanto indicato dalle linee guida.
La cifra che TEPCO dovrà sborsare si aggira infatti intorno ai 1011 miliardi di yen; 120 G jpy saranno pagati dall’assicurazione obbligatoria prevista dalla Legge sul risarcimento dei danni da energia nucleare, il denaro pubblico copre gli 880 miliardi mancanti.

Le perdite della società per il semestre aprile-settembre 2011 ammontano a 627 G jpy. Nonostante il denaro pubblico ricevuto, e alcune misure rivolte a tagliare posti di lavoro, stipendi, pensioni, e a razionalizzare le uscite, TEPCO prevede un passivo di 576 G jpy per l’anno fiscale in corso, che terminerà il 31 marzo 2012.

Si stima che i costi complessivi legati ai risarcimenti per l’incidente di Fukushima possano salire fino a 4.500 miliardi di yen (42 G eur) entro il 2013 e richiedere pertanto un ulteriore, pesante, intervento pubblico. Qui l’Economist porta 3 motivi per cui TEPCO dovrebbe essere nazionalizzata: per responsabilizzare la società sotto il piano finanziario, per evitare che il piano di tagli comprometta la sicurezza e per dimostrare che il governo non concederà più favori all’industria del nucleare.

Nel frattempo, 30 azionisti hanno presentato richiesta ai sindaci di TEPCO di agire in giudizio perché sia accertata la responsabilità dei 60 amministratori che si sono succeduti ai vertici della società negli ultimi 20 anni, e siano tenuti a restituire i 1100 miliardi di yen necessari per (questi primi) risarcimenti.
Nel caso i sindaci non agiscano entro 60 giorni, gli azionisti potranno presentare domanda al Tribunale di Tokyo. Le disposizioni di legge che permettono la presentazione di quest’azione sono contenute negli artt. 847 e ss. della Legge sulle società.