Andrea Ortolani

Tag: Yoshimoto Kogyo

Shinsuke Shimada, lesione dell’onore e yakuza: alcune sentenze

Il mese scorso sono state pronunciate una serie di sentenze in materia di lesione dell’onore: 名誉毀損 , talvolta scritto anche così: 名誉棄損 ma letto alla stessa maniera: meiyo kison. Il filo rosso che lega queste pronunce è che esse coinvolgono direttamente o indirettamente l’ex conduttore televisivo Shinsuke Shimada, di cui avevamo già parlato qua e là.

Il settimanale scandalistico Friday aveva scritto di legami tra Shimada ed il crimine organizzato nel numero del 7 ottobre 2011. Shimada e la sua agenzia, la potente Yoshimoto Kogyo, avevano citato in giudizio l’editrice chiedendo circa 1 oku di yen (¥100 milioni, o €755.000) come risarcimento del danno per lesione dell’onore.
La sentenza del Tribunale di Tokyo, Pres. Masatoshi Miyazaka ( 宮坂 昌利 ) ha condannato Kodansha a pagare 3,3 milioni a Shimada e 1,1 milioni all’agenzia Yoshimoto Kogyo. La sentenza sostiene che non ci siano dati a fondamento delle affermazioni degli articoli. Kodansha probabilmente presenterà appello.

Pochi giorni prima l’Alta Corte di Tokyo, Pres. Kenta Suzuki ( 鈴木 健太 ), aveva invece riformato una precedente sentenza di primo grado tra le medesime parti, per un articolo del 15 ottobre 2011 su un altro settimanale popolare a grande tiratura, Shukan Gendai. La sentenza di primo grado aveva riconosciuto la lesione dell’onore, l’Alta Corte ha dichiarato invece l’insussistenza delle pretese di Shimada.
Pertanto, sulla base di questo giudizio, nulla è dovuto da Kodansha alle due parti attrici in questa causa. Yoshimoto Kogyo ha dichiarato che sta valutando un ricorso alla Corte Suprema.

Infine, la cantante/attrice/modella/etc… Takako Uehara aveva citato in giudizio Bungei Shunju, editore del settimanale Shukan Bunshu, chiedendo ¥30M ed articolo di scuse perché il suo nome e foto comparivano accanto a quello di Shinsuke Shimada, in un articolo sui di lui legami con la yakuza, suggerendo indirettamente/implicitamente che anche lei, forse…
Il Tribunale di Tokyo, Pres. Minoru Hatakeyama ( 畠山 稔 ), ritenendo fondate le argomentazioni di Uehara, ha riconosciuto che vi è stata lesione dell’onore e condannato il convenuto a pagare ¥1,1M (circa 8.300 euro) all’attrice.

Shiroi koibito contro Omoshiroi koibito: trovato un accordo

Qualcuno ricorderà la vicenda che vedeva contrapposti i produttori dei biscotti Shiroi koibito ed i concorrenti Omoshiroi koibito di fronte al Tribunale di Sapporo. Per tutti gli altri c’è questo link ai due articoli che scrissi tempo fa.

La vicenda pare essere giunta al termine con un accordo tra le parti ( 和解 wakai).
Contenuto dell’accordo: 1. Yoshimoto Kogyo potrà continuare ad utilizzare il nome “Omoshiroi koibito”; 2. Yoshimoto Kogyo dovrà modificare il packaging del prodotto; 3. La vendita degli “Omoshiroi koibito” sarà limitata alle 6 province del Kansai.
Inoltre, gli “Omoshiroi koibito” potranno essere venduti fuori dal Kansai a fiere e manifestazioni locali in cui si vendono prodotti tipici, per un massimo di 36 manifestazioni all’anno, della durata massima di un mese, con l’eccezione delle province di Hokkaido e Aomori.
Nessun riferimento ai 120 milioni di yen richiesti da Ishiya come risarcimento dei danni per la violazione del marchio.

Breve riflessione sull’annosa domanda: i giapponesi fanno causa o cercano l’accordo extragiudiziale?
La soluzione che si vede in questa vicenda, e che ho l’impressione essere molto diffusa, sta proprio a metà: i giapponesi fanno sì causa, ma non la portano alla fine e trovano un accordo prima della sentenza.

Aggiornamenti flash

  1. Shinsuke Shimada e la sua agenzia Yoshimoto Kogyo hanno perso la causa contro la casa editrice Kodansha, che aveva pubblicato l’articolo in cui si rivelavano i legami di Shimada con la criminalità organizzata. Sentenza del Tribunale di Tokyo, giudice Tomonari Honda ( 本田 知成 ).
  2. Una persona viene arrestata nel pieno della notte perché durante un controllo di routine un poliziotto zelante trova un coltellino multiuso nel cruscotto della macchina. Lo zelante poliziotto non ricorda che per i coltelli multiuso la legge prevede un’eccezione.
    La mattina dopo, quando il capo della stazione viene a sapere dell’arresto ingiustificato, il soggetto viene rilasciato con scuse.
  3. L’Economist sulla corporate governance in Giappone dopo lo scandalo Olympus.

Shiroi e Omoshiroi Koibito: prima udienza

Si è tenuta al Tribunale di Sapporo, pres. Ken Asai ( 浅井憲 ) la prima udienza della causa che vede contrapposti Ishiya, produttrice dei biscotti Shiroi Koibito, e Yoshimoto Kogyo, che produce i molto più interessanti Omoshiroi Koibito.
Avevo descritto in questo post il quadro della vicenda.

Il 25 gennaio si è tenuta la prima udienza presso il Tribunale di Sapporo.
Ishiya ha chiesto 120 milioni di yen a Yoshimoto Kogyo.
La cifra non è casuale ma corrisponde al 20% del fatturato annuale degli Omoshiroi Koibito, stimato in 600 M jpy. Secondo Ishiya infatti ad essa spetta il 20% degli incassi di Yoshimoto Kogyo per gli Omoshiroi Koibito come “diritti di licenza”.

Yoshimoto Kogyo tanto per iniziare ha chiesto che sia riconosciuta la competenza del Tribunale di Osaka. Ha quindi dichiarato:

Presenteremo le nostre difese alla prossima udienza, ma speriamo che il caso sarà risolto in maniera amichevole.

Con gli omiyage non si scherza

Chiunque abbia vissuto un po’ in Giappone, o abbia amici giapponesi, sa quanto sia profondamente radicata l’usanza dell’omiyage, cioè del ricordino che al ritorno da un viaggio, non importa quanto breve, si regala a famiglia, amici e colleghi.
Talvolta si tratta di soprammobili, ciondoli, ammennicoli vari, ma più spesso si tratta di prodotti gastronomici tipici del posto che si è visitato: dolcini, piccoli snack, frutta se la stagione e le circostanze sono quelle giuste, etc…

Gli Shiroi Koibito ( 白い恋人 “Bianco amante”) sono un tipico omiyage di Hokkaido, forse il tipico omiyage di Hokkaido. Biscotti semplici in stile “lingua di gatto”, confezionati a due a due, con cioccolato bianco all’interno.
Sono famosissimi, ed essendo ricordini tipici, sono venduti solo in Hokkaido; talvolta si trovano in vendita ad eventi speciali, “Fiere di Hokkaido” e feste simili tenute nei centri commerciali del resto dell’Arcipelago, ma a quanto mi risulta si tratta di eccezioni. Per chi non può stare senza naturalmente adesso c’è l’e-commerce, ma questo è un altro discorso.
I biscotti furono lanciati sul mercato nel 1976. Il marchio è registrato, e l’anno scorso Ishiya, la società che produce gli Shiroi Koibito, ha fatturato 7,2 miliardi di yen, cioè circa 69 milioni di euro al cambio di oggi (1€ = 104¥).

Entra in scena Yoshimoto Kogyo. Il nome non dovrebbe suonare nuovo, e infatti ne abbiamo già parlato: è un’agenzia di Osaka che gestisce personaggi dello spettacolo, presentatori, comici.
Sfruttando l’immagine di Osaka come la città dell’umorismo e della gente con la battuta pronta, Yoshimoto Kogyo e tre società collegate lanciano sul mercato nel luglio 2010 gli “Omoshiroi Koibito ( 面白い恋人 )”, biscotti simili ai più famosi Shiroi Koibito, con un nome che è un gioco di parole modellato sul nome di quelli: aggiungendo come prefisso il carattere 面 (men, si legge “omo”) il significato diventa “Amante interessante/divertente”.
La confezione mostra un’immagine del castello di Osaka, e sono venduti principalmente nel Kansai. Ad agosto è stata rigettata la richiesta di registrazione del marchio.

Ishiya, dopo aver in principio temporeggiato, visto che le vendite di Omoshiroi Koibito continuavano a crescere, ha citato in giudizio Yoshimoto Kogyo e le società collegate presso il Tribunale di Sapporo per violazione del marchio.

Il produttore degli Shiroi Koibito sostiene di aver ricevuto reclami da parte di clienti che hanno comprato per sbaglio i biscotti di Yoshimoto Kogyo.
Non ci credo nemmeno se mi portano le registrazioni delle telefonate, le lettere/email, o magari i fax originali. Anche perché, in teoria, e per quanto ne so, le aree di vendita dei due prodotti dovrebbero essere ben distinte.

È inutile dire che qui tutte le simpatie sono per Yoshimoto Kogyo ed i suoi Omoshiroi Koibito, a cui si augura la vittoria in giudizio e ogni altro successo.
Al contrario, gli Shiroi Koibito entrano nella mia personale lista nera di prodotti alimentari, a causa del livello di boria ben oltre i limiti precauzionali.

Qui sotto una foto dei due prodotti: a sinistra i “Bianco amante”, a destra gli “Amante divertente”, ma potete sbizzarrirvi con gli “Amante divertente” su google.

Stai alla larga dalla yakuza

È in sostanza questo il contenuto dei Regolamenti sull’esclusione della yakuza ( 暴力団排除条例 boryokudan haijojorei) entrati in vigore a Tokyo e Okinawa il primo ottobre 2011.

Il Regolamento di Tokyo era stato approvato a marzo 2011. Esso rende più problematico il rivolgersi e l’intrattenere rapporti con la yakuza, e dividere con i loro membri vantaggi o profitti.
In altre prefetture provincie regolamenti analoghi erano già entrati in vigore, e avevamo accennato poco tempo fa alle norme che mirano a tenere gli yakuza fuori dagli alberghi. Tokyo e Okinawa erano le ultime due provincie sprovviste di tali regolamenti: ora in tutto il Giappone sono presenti regole di questo tenore.

I concetti alla base del Regolamento di Tokyo, nelle parole del Dipartimento di Polizia di Tokyo sono:

  • Non aver paura della yakuza
  • Non dare soldi alla yakuza
  • Non fare uso della yakuza… e soprattutto
  • Non intrattenere rapporti con la yakuza

In Giappone c’è un fumetto per tutto: ecco quello preparato per riassumere le linee fondamentali del Regolamento:

L’approccio seguito dal Regolamento è semplice: esso criminalizza chi cede alle minacce della criminalità, trattandolo come un complice. La prima trasgressione fa scattare un avviso privato, la seconda può far scattare un richiamo pubblico, con le immaginabili conseguenze per la reputazione, e/o sanzioni penali. Anche attività come andare a pranzo o giocare a golf con uno yakuza può qualificare il soggetto come “persona in rapporti con la yakuza”.
Il Regolamento contiene una clausola che invita i soggetti a contatto con la yakuza a vuotare il sacco: nel caso ci si rivolga alla polizia volontariamente, prima di essere oggetto di provvedimenti, e si collabori per recidere i rapporti con la yakuza, la polizia si impegna a fornire il suo aiuto e a mantenere la riservatezza sulla cosa (art. 28). La clausola non vale nei casi in cui l’attività in questione consista nella minaccia o estorsione. Qui i moduli per confessare e promettere di non ripetere gli errori.

Lo Yomiuri Shinbun presenta una lista esemplificativa degli atti  che le nuove regole proibiscono, e che pertanto si può presumere fossero i più diffusi:

  • Il pagamento di denaro da parte di ristoranti, bar e affini alla yakuza per ricevere “protezione”;
  • La concessione di spazi e/o di servizi di catering alla yakuza in occasione di ricevimenti o incontri;
  • lavori di blindatura delle automobili di membri della yakuza;
  • intrattenere qualsiasi rapporto commerciale con società prestanome riconducibili alla yakuza;
  • installare telecamere di sorveglianza negli uffici della yakuza;
  • assistere o partecipare con la yakuza in schemi di speculazione edilizia;
  • stampare biglietti da visita per membri della yakuza;
  • per i concessionari di automobili, adottare trattamenti di preferenza per i membri della yakuza;
  • acquistare a caro prezzo fiori da soggetti collegati alla yakuza.

Il regolamento include norme (artt. 18 e 19) che invitano imprese e privati a inserire nei contratti – il riferimento è soprattutto ai contratti di locazione di immobili, ma è compreso qualsiasi tipo di contratto- clausole sul diritto di recesso per i casi in cui la parte scopra che la controparte sia collegata alla yakuza.

Le norme dovrebbero funzionare come in questo caso, avvenuto a Yokohama, dove un regolamento analogo è entrato in vigore ad aprile 2011. La Commissione provinciale sulla sicurezza, che ha il compito di vigilare sull’applicazione delle norme contro la yakuza, venuta a sapere che il 20 giugno un ristorante aveva ospitato un pranzo con circa 100 membri di un clan locale affiliato allo Yamaguchi-gumi [il gruppo di yakuza più grande del Giappone, che, tra membri 構成員 e quasi-membri 準構成員 , conta più di 36.000 affiliati], ha inviato al ristorante un avviso/richiesta di non offrire più ospitalità a tale cliente, e al capo del clan di non servirsi più di tale ristorante.
Commento del capoclan locale: “Sapevo che sarebbe andata a finire così. Non lo farò più”.

Tra i settori più a rischio, quello dello spettacolo. Due delle maggiori agenzie di gestione di personaggi televisivi, la Burning Productions e la Yoshimoto Kogyo sono da tempo sospettate di avere legami con la yakuza. Shinsuke Shimada, di cui abbiamo parlato qui, era uno dei personaggi di punta della Yoshimoto Kogyo. Il presidente della Yoshimoto Kogyo si è rivolto alla polizia di Osaka per ricevere aiuto a troncare i legami con la yakuza.
La polizia di Tokyo sta indagando su cantanti e personaggi dello spettacolo, perché anche l’esibirsi a feste organizzate da yakuza può qualificare l’artista come collegato alla criminalità.
Il presidente dell’emittente pubblica nazionale NHK si è sentito in dovere di dichiarare che nel tradizionale programma di Capodanno “Kohaku Uta Gassen” l’emittente farà attenzione a non invitare artisti collegati alla yakuza.

Sono stati rivelati recentemente anche i legami del mondo del sumo con la criminalità organizzata. Probabilmente tutto nacque dalla notizia, che creò scandalo, di alcuni boss seduti nei posti di onore al torneo di sumo di Nagoya nel luglio 2009. Forse si spiegano anche così, come una lezione data dalla polizia al mondo del sumo, i recenti scandali sulle scommesse illegali sulle partite di baseball, e soprattutto sugli incontri di sumo truccati. 

Secondo Kiyoshi Hikita, responsabile presso la Federazione degli Ordini degli Avvocati del gruppo sulle misure contro la yakuza, si tratta di una svolta epocale che potrebbe togliere definitivamente alla yakuza le sue fonti di entrate.

Nel frattempo il capo dell’Agenzia nazionale della polizia, Takaharu Ando, ha dichiarato che gli attacchi della yakuza ai soggetti che cercano di allontanarsene stanno intensificandosi, e che pertanto sono allo studio modifiche alla Legge sulle misure contro la yakuza ( 暴力団員による不当な行為の防止等に関する法律 ).