Qualcuno ricorderà la vicenda che vedeva contrapposti i produttori dei biscotti Shiroi koibito ed i concorrenti Omoshiroi koibito di fronte al Tribunale di Sapporo. Per tutti gli altri c’è questo link ai due articoli che scrissi tempo fa.

La vicenda pare essere giunta al termine con un accordo tra le parti ( 和解 wakai).
Contenuto dell’accordo: 1. Yoshimoto Kogyo potrà continuare ad utilizzare il nome “Omoshiroi koibito”; 2. Yoshimoto Kogyo dovrà modificare il packaging del prodotto; 3. La vendita degli “Omoshiroi koibito” sarà limitata alle 6 province del Kansai.
Inoltre, gli “Omoshiroi koibito” potranno essere venduti fuori dal Kansai a fiere e manifestazioni locali in cui si vendono prodotti tipici, per un massimo di 36 manifestazioni all’anno, della durata massima di un mese, con l’eccezione delle province di Hokkaido e Aomori.
Nessun riferimento ai 120 milioni di yen richiesti da Ishiya come risarcimento dei danni per la violazione del marchio.

Breve riflessione sull’annosa domanda: i giapponesi fanno causa o cercano l’accordo extragiudiziale?
La soluzione che si vede in questa vicenda, e che ho l’impressione essere molto diffusa, sta proprio a metà: i giapponesi fanno sì causa, ma non la portano alla fine e trovano un accordo prima della sentenza.