Shiroi koibito contro Omoshiroi koibito: trovato un accordo

Qualcuno ricorderà la vicenda che vedeva contrapposti i produttori dei biscotti Shiroi koibito ed i concorrenti Omoshiroi koibito di fronte al Tribunale di Sapporo. Per tutti gli altri c’è questo link ai due articoli che scrissi tempo fa.

La vicenda pare essere giunta al termine con un accordo tra le parti ( 和解 wakai).
Contenuto dell’accordo: 1. Yoshimoto Kogyo potrà continuare ad utilizzare il nome “Omoshiroi koibito”; 2. Yoshimoto Kogyo dovrà modificare il packaging del prodotto; 3. La vendita degli “Omoshiroi koibito” sarà limitata alle 6 province del Kansai.
Inoltre, gli “Omoshiroi koibito” potranno essere venduti fuori dal Kansai a fiere e manifestazioni locali in cui si vendono prodotti tipici, per un massimo di 36 manifestazioni all’anno, della durata massima di un mese, con l’eccezione delle province di Hokkaido e Aomori.
Nessun riferimento ai 120 milioni di yen richiesti da Ishiya come risarcimento dei danni per la violazione del marchio.

Breve riflessione sull’annosa domanda: i giapponesi fanno causa o cercano l’accordo extragiudiziale?
La soluzione che si vede in questa vicenda, e che ho l’impressione essere molto diffusa, sta proprio a metà: i giapponesi fanno sì causa, ma non la portano alla fine e trovano un accordo prima della sentenza.

Shiroi e Omoshiroi Koibito: prima udienza

Si è tenuta al Tribunale di Sapporo, pres. Ken Asai ( 浅井憲 ) la prima udienza della causa che vede contrapposti Ishiya, produttrice dei biscotti Shiroi Koibito, e Yoshimoto Kogyo, che produce i molto più interessanti Omoshiroi Koibito.
Avevo descritto in questo post il quadro della vicenda.

Il 25 gennaio si è tenuta la prima udienza presso il Tribunale di Sapporo.
Ishiya ha chiesto 120 milioni di yen a Yoshimoto Kogyo.
La cifra non è casuale ma corrisponde al 20% del fatturato annuale degli Omoshiroi Koibito, stimato in 600 M jpy. Secondo Ishiya infatti ad essa spetta il 20% degli incassi di Yoshimoto Kogyo per gli Omoshiroi Koibito come “diritti di licenza”.

Yoshimoto Kogyo tanto per iniziare ha chiesto che sia riconosciuta la competenza del Tribunale di Osaka. Ha quindi dichiarato:

Presenteremo le nostre difese alla prossima udienza, ma speriamo che il caso sarà risolto in maniera amichevole.

Con gli omiyage non si scherza

Chiunque abbia vissuto un po’ in Giappone, o abbia amici giapponesi, sa quanto sia profondamente radicata l’usanza dell’omiyage, cioè del ricordino che al ritorno da un viaggio, non importa quanto breve, si regala a famiglia, amici e colleghi.
Talvolta si tratta di soprammobili, ciondoli, ammennicoli vari, ma più spesso si tratta di prodotti gastronomici tipici del posto che si è visitato: dolcini, piccoli snack, frutta se la stagione e le circostanze sono quelle giuste, etc…

Gli Shiroi Koibito ( 白い恋人 “Bianco amante”) sono un tipico omiyage di Hokkaido, forse il tipico omiyage di Hokkaido. Biscotti semplici in stile “lingua di gatto”, confezionati a due a due, con cioccolato bianco all’interno.
Sono famosissimi, ed essendo ricordini tipici, sono venduti solo in Hokkaido; talvolta si trovano in vendita ad eventi speciali, “Fiere di Hokkaido” e feste simili tenute nei centri commerciali del resto dell’Arcipelago, ma a quanto mi risulta si tratta di eccezioni. Per chi non può stare senza naturalmente adesso c’è l’e-commerce, ma questo è un altro discorso.
I biscotti furono lanciati sul mercato nel 1976. Il marchio è registrato, e l’anno scorso Ishiya, la società che produce gli Shiroi Koibito, ha fatturato 7,2 miliardi di yen, cioè circa 69 milioni di euro al cambio di oggi (1€ = 104¥).

Entra in scena Yoshimoto Kogyo. Il nome non dovrebbe suonare nuovo, e infatti ne abbiamo già parlato: è un’agenzia di Osaka che gestisce personaggi dello spettacolo, presentatori, comici.
Sfruttando l’immagine di Osaka come la città dell’umorismo e della gente con la battuta pronta, Yoshimoto Kogyo e tre società collegate lanciano sul mercato nel luglio 2010 gli “Omoshiroi Koibito ( 面白い恋人 )”, biscotti simili ai più famosi Shiroi Koibito, con un nome che è un gioco di parole modellato sul nome di quelli: aggiungendo come prefisso il carattere 面 (men, si legge “omo”) il significato diventa “Amante interessante/divertente”.
La confezione mostra un’immagine del castello di Osaka, e sono venduti principalmente nel Kansai. Ad agosto è stata rigettata la richiesta di registrazione del marchio.

Ishiya, dopo aver in principio temporeggiato, visto che le vendite di Omoshiroi Koibito continuavano a crescere, ha citato in giudizio Yoshimoto Kogyo e le società collegate presso il Tribunale di Sapporo per violazione del marchio.

Il produttore degli Shiroi Koibito sostiene di aver ricevuto reclami da parte di clienti che hanno comprato per sbaglio i biscotti di Yoshimoto Kogyo.
Non ci credo nemmeno se mi portano le registrazioni delle telefonate, le lettere/email, o magari i fax originali. Anche perché, in teoria, e per quanto ne so, le aree di vendita dei due prodotti dovrebbero essere ben distinte.

È inutile dire che qui tutte le simpatie sono per Yoshimoto Kogyo ed i suoi Omoshiroi Koibito, a cui si augura la vittoria in giudizio e ogni altro successo.
Al contrario, gli Shiroi Koibito entrano nella mia personale lista nera di prodotti alimentari, a causa del livello di boria ben oltre i limiti precauzionali.

Qui sotto una foto dei due prodotti: a sinistra i “Bianco amante”, a destra gli “Amante divertente”, ma potete sbizzarrirvi con gli “Amante divertente” su google.