Una 20enne di Fukuoka ha perso anche in appello la causa che aveva presentato contro Google Japan.

La controversia sorse quando la signorina si accorse che la modalità “Street View” del servizio Google Maps raffigurava la sua casa e le sue mutandine appese ad asciugare sul balcone.
Ritenne che questa fosse una violazione della sua privacy, e chiese a Google Japan un risarcimento di 600.000 jpy (circa 6.000 eur) come 慰謝料 (“isharyo“: grosso modo, danni morali) per il peggioramento delle sue condizioni psicologiche dopo la scoperta.
Già in primo grado il Tribunale distrettuale di Fukuoka aveva rigettato le richieste della parte attrice.

Il 13 luglio l’Alta Corte di Fukuoka (pres. Motoaki (?) Kimura, 木村 元昭 ) ha confermato la sentenza di primo grado. La sentenza non è ancora disponibile online, ma fonti giornalistiche citano alcuni passi dalla motivazione:

「下着を干していることまではわからず、表札や看板など個人名などがわかるものも映っていない(…)ベランダに焦点を当てて撮影、公開しておらず、私生活の平穏が侵害されたとは認められない」

Non si capisce che sia stesa della biancheria intima, e non è stata fotografata la targhetta da cui si possa risalire al nome (…) la foto non è stata scattata e pubblicata mettendo a fuoco il balcone e non possiamo accogliere la tesi secondo cui vi sia stata una violazione della tranquillità della vita privata (= privacy)

Secondo gli avvocati della donna, si tratta della prima causa presentata in Giappone contro Google in relazione al servizio Street View.