NEW PERSPECTIVES IN JAPANESE LAW (Harvard Law School, 28-29 Settembre 2018) – Guest post

Nel Novembre del 2017, il Prof. J. Mark Ramseyer, celebre studioso di diritto giapponese e titolare della Mitsubishi Chair of Japanese Law presso la Harvard Law School decise di rinnovare i fasti della grande tradizione che lega Cambridge (Mass.) con il mondo del diritto giapponese. Gli studi contemporanei in lingua inglese sul sistema giuridico del Giappone sono infatti quasi unanimemente fatti risalire al leggendario convegno dell’autunno del 1961 organizzato da Arthur Taylor Von Mehren, dal quale nacque il famoso volume “Law in Japan: The Legal Order of a Changing Society“.

Il risultato dell’iniziativa del Prof. Ramseyer è stato il simposio “New Perspectives in Japanese Law”, tenutosi presso la Harvard Law School il 28-29 settembre 2018. I partecipanti erano divisi in due categorie: i relatori e i commentatori.

Questo il programma:

Panel 1: Friday, 9:00 a.m. – 11:00 a.m.
Toshiaki Yamanaka, Associate Research Scholar in Law, Yale Law School: Competition in Board Structures: Empirical Evidence from Japan
Timothy Webster, Associate Professor of Law, Director of Asian Legal Studies, Case
Western Reserve University School of Law: Disaggregating Corporate Liability: Japanese Multinational Enterprises and World War II
Gen Goto, Associate Professor, University of Tokyo, Graduate Schools for Law and Politics: The Logic and Limits of Stewardship Codes: The Case of Japan

Panel 2: Friday, 11: 15 a.m. – 1:15 p.m.
Wered Ben-Sade, Ph.D. candidate, Hebrew University of Jerusalem, & Teaching
Fellow, Bar Ilan University: How do Japanese Judges Resolve Disputes? Mediation and Adjudication of Labor Disputes in the Japanese Courts
A. Reid Monroe-Sheridan, Assistant Professor, Keio Law School; Principal, Monroe- Sheridan Foreign Law Office: Promoting Legal Innovation: Japanese Startup Financing
Shannon Itoyama, Adjunct Professor of Law, Keio University: Defining Safety: The Legal
Fallout of Fukushima

Panel 3: Friday, 2:30 p.m. – 5: 10 p.m.
Dimitri Vanoverbeke, Professor at the Japanese Studies Section (Law and Society) at the
Catholic University of Leuven (KU Leuven, Belgium): The Unanticipated Socio-political Consequences of Lay Participation in Criminal Trials in Japan
Jordan Corrente Beck, Associate, Debevoise & Plimpton: The Reproductive Body at Work: An Examination of Article 68 of the Labor Standards Law
Hiroyuki Kohyama, Associate Professor, Hitotsubashi University Graduate School of Law: A New Japanese Lump-Sum Tax on Individuals and Its Constitutionality: Regional Cost-of-Living Adjustment
Mark Levin, Director, Pacific-Asian Legal Studies Program and Professor of Law, William S. Richardson School of Law, The University of Hawai‘i at Mānoa: Gender and Law Scholarship in the Law in Japan Field: A Bibliographic Study and Comment

Panel 4: Saturday, 9:00 a.m. – 11:40 a.m.
Andrew Pardieck, Associate Professor of Law, Southern Illinois University School of Law: Bargained Justice: A Comparative Analysis of Plea Bargaining
Keigo Fuchi, Professor of Law, Kobe University Graduate School of Law: Stanley Surry and the Development of Administrative Law in Japan
Masayuki Tamaruya, Professor of Law, Rikkyo University Faculty of Law: The Reform of
the Japanese Law of Nonprofits: A Historical and Comparative Perspective
Julius Weitzdoerfer, Affiliated Lecturer and Director of Studies, Faculty of Law, University of Cambridge: Disaster Law and Social Justice in Japan: The Tsunami of Debt and Lost Homes

A tutti i relatori era stato chiesto di consegnare l’intero paper in anticipo, per permettere ai commentatori di prepararsi adeguatamente per la discussione. Ramseyer era stato inequivocabile a riguardo: “I want this to be an intellectually exciting conference — so I hope that you will retaliate by giving the presenters chosen an unusually hard time (as usual, my U Chicago roots are coming out)”

L’intensissima due giorni è stata caratterizzata da dibattiti e discussioni non soltanto sui temi delle presentazioni, ma anche sullo stato degli studi sul diritto giapponese nel mondo.

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Il Nichi-I Hikakuho Kenkyukai era ben rappresentato, con due partecipanti (Colombo e Ortolani). In termini di nazionalità, l’Italia raggiungeva un ottimo terzo posto a pari merito con Canada e Germania, dietro a Giappone e Stati Uniti.

L’invito del Prof. Ramseyer si chiudeva con la frase “Please come. I promise that it will be fun”. E certamente non ha avuto torto!

Suggerimenti per la lettura

1. Ulv Hanssen, “Abe looks through legal loophole for collective self-defence”

Ulv Hanssen (Doctoral candidate, Freie Universitat Berlin) ha scritto un breve articolo per l’East Asia Forum in cui mostra, basandosi su fonti in giapponese e su cablogrammi desegretati nel 2008, come la famosa decisione della Corte Suprema nel caso Sunagawa (1959), in cui si decideva della costituzionalità della presenza di truppe americane sul territorio giapponese, fu pilotata da influenze extra-giuridiche. In particolare, è documentato che il Presidente della Corte Suprema giapponese del tempo, Kotaro Tanaka,  si incontrò più volte, segretamente, con l’ambasciatore americano in Giappone.
Dopo la “revisione dell’interpretazione” delle norme costituzionali in materia di diritto di autodifesa collettiva, dichiarata nei giorni scorsi da Abe, queste rivelazioni assumono un significato assai importante.

2. J. Mark Ramseyer, “Who Hangs Whom for What

Titolo in italiano: “Chi impicca chi e perché”.
Un’importante analisi delle condanne a morte in Giappone e dei giudici che le hanno pronunciate.
Le conclusioni: i giudici più brillanti (almeno secondo il giudizio dei loro pari) hanno una tendenza meno spiccata a pronunciare condanne a morte.

La posta del giurista

Riceviamo, pubblichiamo con il consenso del mittente e volentieri rispondiamo:

[Saluti]
Mi chiamo XY, sono un laureando di Z. Da sempre molto appassionato della cultura giapponese, giuridica e non solo, ho deciso di dedicare la mia tesi al diritto giapponese e magari approfondire successivamente i miei studi in questa direzione.  Ammiro molto il suo lavoro e quello del professor Colombo.
In queste ultime settimane ho passato in rassegna diversi articoli e pubblicazioni, tra le quali “Diritto dell’Asia Orientale” curato dal professor Cavalieri, “Giappone : un diritto originale alla prova della globalizzazione” e “Laicità dello stato e Shintoismo nella giurisprudenza giapponese” del professor Colombo, le sue pubblicazioni su Digesto concernenti Giri, Diritto del Giappone moderno, aggiungendo poi i testi di Gallo e Sacco utilizzati per la preparazione degli esami di comparatistica. La ricerca mi ha offerto molti spunti e non le nascondo anche grandi indecisioni e dubbi, tuttavia stavo pensando di sviluppare un lavoro di tesi riguardante il diritto penale nipponico. Il concetto di pena, rieducazione riletti nell’ottica di una cultura come quella giapponese così profondamente originale nella sostanza, tanto quanto occidentalizzata negli schemi formali. Contraddizioni e tensioni civili che si celano entro sistema penale così efficace sotto il profilo dei numeri, ma a che prezzo? A scapito di una pena più umanizzata? Che cognizione dell’essere reo si sottende? Come si permea la penalità giapponese della tradizione culturale locale? Ecco questi sono gli spunti di riflessione che mi hanno catturato forse più di altri.
Volevo chiederle se potesse consigliarmi delle letture utili al riguardo.
La ringrazio molto in anticipo per la disponibilità e farle presente la mia sincera ammirazione per il suo lavoro di divulgazione e promozione culturale.
[Saluti conclusivi]

P.S.: ho dimenticato di specificare che padroneggio abbastanza bene l’inglese, mentre ho iniziato a studiare solo da poco tempo  la lingua giapponese.
Grazie ancora.

Caro XY, grazie innanzitutto del messaggio e della domanda.
Sono questioni molto importanti, che riguardano aspetti cruciali del diritto giapponese.
La scelta di concentrarsi (almeno, per ora) sul diritto penale mi sembra sensata: è forse nel diritto penale che sono più radicate e si possono cogliere meglio alcune delle caratteristiche peculiari del diritto del Giappone: il rapporto tra individuo e autorità, e tra individuo e collettività, la discrezionalità.

Imparare la lingua giapponese non è cosa semplice, ed è ancora più arduo raggiungere un livello che ti permetta di leggere in scioltezza dottrina e giurisprudenza in lingua.
Fortunatamente, oltre ai materiali in italiano che hai già consultato (grazie dei tuoi giudizi generosi!) ci sono ottimi materiali in lingue a cui noi italiani siamo più esposti e che di solito conosciamo meglio: inglese prima fra tutte, anche per la storia che lega gli Stati Uniti al Giappone.

Uno dei migliori testi recenti in circolazione sulla giustizia penale giapponese è The Japanese Way of Justice di David Johnson. È uno studio molto affascinante dei personaggi che svolgono il ruolo chiave nella giustizia penale giapponese: i PM. Leggi quest’opera, e prosegui con le numerose opere in essa citate, e raggiungerai un livello di conoscenza della materia di tutto rispetto.
Un altro ottimo (ma breve) excursus in inglese sulla storia del diritto penale, scritto da uno dei giganti del diritto penale giapponese è quello di K. Matsuo, “The Development of Criminal Law in Japan since 1961“, in Foote (ed.) Law in Japan: A Turning Point, Seattle 2007. Nello stesso volume trovi il capitolo di D. Johnson, “Criminal Justice in Japan”.
Ancora dal punto di vista storico, Rohl (ed.) History of Law In Japan since 1868 ha un paio di capitoli sulla storia del diritto e della procedura penale.
Daniel Foote ha scritto sul diritto penale dal punto di vista della sociologia del diritto. Un po’ datato ma sempre valido il suo The Benevolent Paternalism of Japanese Criminal Justice, in California Law Review March, 1992, 317.
Sulla criminalità organizzata/yakuza, lascia perdere le fonti giornalistiche: c’è poco di buono. Puoi partire da P. Hill, The Japanese Mafia: Yakuza, Law, and the State. Una prospettiva inusuale è quella di R. Otomo, “Women in Organized Crime in Japan“, in Fiandaca (ed.) Women and the Mafia, NY, 2007.
Sulla pena di morte puoi vedere questo rapporto recente: The Death Penalty in Japan (c’è anche la mano di D. Johnson). Interessante anche M. Ramseyer, Who Hangs Whom for What? The Death Penalty in Japan.
Sicuramente mi è sfuggito qualcosa. Puoi dare un’occhiata agli indici del Journal of Japanese Law. Recentemente molti articoli di diritto penale hanno analizzato la cd. “giuria mista”, in giapponese saiban’in seido. Gli articoli della rivista non sono online, anche se qualche articolo pubblicato integralmente talvolta si trova(va).
Un’altra ottima fonte dalla quale partire per le ricerche è questa bibliografia. Il titolo parla di “business law”, ed in effetti l’attenzione principale è rivolta a quel settore, ma ci sono anche alcune pagine dedicate al diritto e alla procedura penale.

Spero di averti dato qualche indicazione utile.
In bocca al lupo per le tue ricerche!