Andrea Ortolani

Tag: licenziamento

I giapponesi che fanno causa (XXII)

47. Licenziamento illegittimo? No.

Il Tribunale di Tokyo ha reso sentenza nel caso che vedeva contrapposti l’ex lottatore di sumo, l’ozeki Kotomitsuki e l’Associazione nazionale del sumo, per licenziamento illegittimo.
Il Tribunale, pres. Mitsuhiro (?) Takeda ( 竹田 光広 ) ha dichiarato che il licenziamento è legittimo.

48. Azione di responsabilità contro i dirigenti di Mizuho?

La banca Mizuho intratteneva diversi rapporti con la yakuza. In particolare, accordava agli affiliati alle organizzazioni criminali prestiti per diversi milioni di yen. La cosa era a conoscenza degli amministratori della banca.
Un azionista ha chiesto alla società che controlla la banca di citare in giudizio gli amministratori della banca.
Se la causa non sarà presentata entro 60 giorni, l’azionista ha dichiarato che presenterà un’azione di responsabilità.

(puntata precedente)

Il contratto di lavoro delle AKB48

Molti fra i lettori di questo blog sanno chi sono le AKB48.
Per chi non lo sapesse, c’è Wikipedia. O YouTube.

L’altro giorno la colonna di diritto del lavoro del Japan Times parlava proprio di loro, e della cosiddetta “clausola di castità” presente nel contratto di lavoro.
In sostanza: queste ragazzine, entrando a far parte del gruppo, promettono al management di non intrattenere relazioni affettive con nessuno. Pare che nel loro contratto sia inserita una clausola che recita più o meno così:  “È permesso essere oggetto di amore, che però non dovrà essere corrisposto”.
A detta dell’articolista -scusate ma non ho links o altri riferimenti, se qualcuno le avesse vi prego di postarli nei commenti alcune ragazze del gruppo in passato sono state costrette ad abbandonare la loro carriera nel gruppo per essere state paparazzate in compagnia di ragazzi o perché trapelavano notizie sulle loro relazioni romantiche. L’autrice cita il caso di tal Yuka Masuda.
E mentre questo post era in bozza è esploso il caso di Minami Minegishi, 20 anni, paparazzata da un settimanale mentre usciva dall’edificio dove aveva passato la notte con il componente di un’altra boyband. Ne ha parlato pure il Corriere, con qualche imprecisione: non mi pare si sia mai detto sesso, il ballerino non mi sembra fosse famoso prima di questa storia, ma l’articolo è sostanzialmente corretto.
Minami ha mandato un video di scuse ufficiali. In segno di pentimento per il profondo shock che questo suo gravissimo atto ha provocato nei fans, nelle compagne, nello staff e nelle rispettive famiglie, si è rasata i capelli (quasi) a zero. Ecco il video:

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=UlzrIgacADU]

(nel frattempo come vedete, il video è stato tolto… ma chi fosse interessato lo può sicuramente trovare da altre parti sul web)

Inoltre, Minami è stata “declassata” da membro effettivo a 研究生 , più o meno “apprendista”.

L’autrice dell’articolo del Japan Times, Hifumi Okunuki, docente di diritto costituzionale e diritto del lavoro e collaboratrice presso un sindacato, si chiede dunque se: 1. tali clausole siano legittime, e 2. se il licenziamento di una ragazza per questi motivi sia legittimo. La prof. Okunuki cita giustamente l’art. 90 del codice civile giapponese, ed il riferimento al 公序良俗 (kôjo ryôzoku, ordine pubblico e buon costume): gli accordi che violano l’odine pubblico ed il buon costume sono invalidi.

Ora, da una parte vi sono i fans che evidentemente vogliono sognare e si sentono traditi se vengono a sapere la loro “idol” ha delle relazioni sentimentali con qualcuno: il mestiere di questi gruppi è proprio quello di vendere sorrisi e sogni. Non importa se si tratta di milioni di fans (viene in mente questa scena da Scemo e più scemo).
Dall’altra vi sono le libertà costituzionali ed appunto il riferimento all’ordine pubblico e buon costume: è lecito che un contratto di lavoro intervenga così pesantemente sulla sfera privata di un’adolescente?

Vi sono precedenti in materia di licenziamento per ragioni extralavorative collegate a relazioni sentimentali: l’articolo cita il caso di una società che scoprì una relazione adulterina tra due suoi dipendenti e licenziò la donna -ma non l’uomo
In tribunale il licenziamento fu ritenuto illegittimo, perché la relazione, nonostante fosse moralmente deprecabile, non incideva sulla prestazione di lavoro contenuta nel contratto.

Qui si pensa che la clausola del contratto delle AKB48 sia illegittima per contrasto con i più elementari diritti civili, in particolare se guardiamo la Costituzione giapponese, con gli art. 13 (libertà fondamentali), 24 (parità uomo-donna, dignità dell’individuo e libertà nelle questioni di famiglia).
Mi pare però che se non passa la tesi (forte) del contrasto con i principi costituzionali fondamentali, e si valuta la questione attraverso gli standard del precedente giudiziario citato in precedenza, alla luce della psicologia dei fans del gruppo, la clausola di castità prevista dal contratto possa realisticamente essere ritenuta un elemento essenziale e in un’ipotetica causa il giudice non possa dichiararla irragionevole.

I giapponesi che fanno causa (XII)

24. Presunzione di innocenza

La comunità religiosa Aum Shinrikyo è comunemente associata agli attentati al sarin nella metropolitana di Tokyo del 1995. Per questo motivo, dopo gli attentati cambia il proprio nome in Aleph.
Nel 2010 la polizia di Tokyo rilascia un comunicato stampa pubblicato per un mese sul proprio sito, in cui sostiene che il tentativo di 15 anni prima di assassinare il capo della polizia è da ricondurre a Aum Shinrikyo.
Aleph, nonostante il cambio di nome, ritiene che questa affermazione sia lesiva della sua immagine e presenta causa.
Il Tribunale distrettuale di Tokyo dà ragione ad Aleph e dispone il pagamento di un milione di yen da parte del Comune di Tokyo in favore di Aleph, e ordina che sia scritta una lettera di scuse ad Aleph dal governatore di Tokyo.
I motivi della decisione: è ormai trascorso il termine di prescrizione per il reato in questione, nessuno è stato rinviato a giudizio per la scarsità di prove, il caso è rimasto irrisolto e la presunzione di innocenza deve valere per tutti: non si può insinuare che qualcuno sia colpevole quando la giustizia non ha fatto il suo corso.

25. Francese cita NHK

Tecnicamente non si tratta di una giapponese ma ne parliamo comunque.
Una donna francese che lavorava all’emittente pubblica NHK da molti anni è stata licenziata per aver abbandonato il Giappone durante i giorni del terremoto e della crisi nucleare del 2011.
La donna non ha gradito e ha citato in giudizio NHK per licenziamento illegittimo.

26. Causa contro una centrale nucleare. Presentata dal Comune!

A Oma, nell’estremità settentrionale di Honshu, l’isola principale del Giappone, è in corso di costruzione una centrale nucleare. Il comune di Hakodate, che sta di fronte a Oma, dall’altra parte dello stretto di Tsugaru nell’isola di Hokkaido, ha concluso un contratto con un team di 10 avvocati per presentare una causa che fermi la costruzione della centrale e dichiari nulla l’autorizzazione alla costruzione. Leader del team difensivo, l’avv. Kawai.
Il particolare che rende questa causa storica, è che si tratta del primo caso in cui un ente territoriale è parte attrice in una causa contro le centrali nucleari.
L’atto di citazione sarà pronto in primavera.