La notizia di oggi arriva da Fukuoka, ed è un altro tassello del quadro sul rapporto dei giapponesi con l’alcool, con le punizioni e la concezione di responsabilità.
In breve: nei giorni scorsi due dipendenti del comune hanno destato scandalo perché, dopo aver bevuto, avevano dato in escandescenze ed erano stati arrestati con l’accusa di violenze e lesioni.
Il sindaco di Fukuoka ha presentato scuse pubbliche, perché naturalmente la responsabilità risale la scala gerarchica fino al vertice dell’organizzazione, cioè lui, Soichiro Takashima. Fin qui niente di nuovo.
Quello che ci lascia un po’ spaesati e ci fa riflettere sull’approccio a questo genere di incidenti nell’Arcipelago è quanto segue: il sindaco ha chiesto a tutti i dipendenti pubblici di astenersi dal bere alcool per un mese, fino al 20 giugno. Si tratta di 8.500 persone, ma si pensa di estendere la richiesta agli insegnanti, per un totale di 17.700 persone circa.
Non si tratta di un ordine vincolante in senso stretto, perché un sindaco non ha evidentemente la competenza a regolare la condotta dei dipendenti fuori dall’orario di lavoro.
Si tratta di una richiesta, fatta per iscritto, con la minaccia mafio con l’avvertenza che se in questo mese “asciutto” dovesse verificarsi un altro incidente, un altro scandalo, i responsabili ed i loro supervisori saranno puniti in maniera estremamente severa.
Rimane la libertà di bere a casa propria, ma non a casa di amici. Sarebbe troppo facile altrimenti: io invito te oggi, tu inviti me domani e il sindaco è fregato.
Alla fine della conferenza stampa in cui ha annunciato il mese asciutto, il sindaco ha visitato il dipartimento a cui appartengono i due dipendenti arrestati e ha detto:
税金で生活や仕事をしているという自覚と責任を持つ期間にしてほしい
Che sia un periodo che vi responsabilizzi e che vi serva a ricordare che vivete e lavorate grazie alle tasse [di tutti].
I primi interrogativi del giurista sono i soliti: dov’è finita l’idea della responsabilità personale? Perché per due deficienti devono pagare tutti gli altri 17.698? Che ne è della presunzione di innocenza?
Un altro ordine di problemi è quello che deriva dal doppio livello di sanzioni: la stessa condotta viene punita prima secondo il diritto penale, e poi attraverso queste sanzioni più o meno private. Ma se per il diritto penale vi sono le garanzie costituzionali della riserva di legge, della non retroattività etc…, e le pene sono comminate dopo un processo, queste sanzioni sono decise impulsivamente da sindaci malati di protagoni attivisti. Con un ulteriore risultato: quello di discriminare tra i dipendenti pubblici di Fukuoka e quelli di altri comuni.
Lascia poi un po’ interdetti il fatto che la società giapponese da una parte dimostri una forte pressione sociale a favore del bere alcool: i party a cui già accennavamo, le cerimonie, pubblicità relativamente libere, i letteralmente ubiqui menu all-you-can-drink, etc… mentre dall’altra dimostri uno stigma nei confronti dell’alcool, quasi fosse una sostanza illegale: leggi assai severe sull’alcool al volante, reazioni molto severe se a bere sono minori di 20 anni, queste notizie da Fukuoka.
Infine, immaginiamo questo caso: un dipendente del comune beve qualche birra a casa propria, ma poi mentre porta a spasso il cane litiga col vicino di casa, magari provocato, e gliele suona di santa ragione. Il caso sarà punito con la particolare severità di cui si parla?
Ma soprattutto, cosa cambia se il dipendente pubblico di cui sopra aggredisce il vicino da sobrio?
Sembra quasi che si voglia suggerire che gli stessi atti, se compiuti da sobri, siano meno deplorevoli.