Andrea Ortolani

Tag: autocompletamento

I giapponesi che fanno causa (XVII)

36. Risarcimento per suicidio

Un produttore di latte della provincia di Fukushima vede i suoi affari andare a rotoli in seguito al disastro nucleare: nessuno vuole più i prodotti della zona.
L’uomo si suicida nel capannone che aveva appena finito di costruire.
La moglie, filippina e madre di due figli, cita in giudizio TEPCO per 126 milioni di yen.
Nel frattempo, TEPCO ha ammesso la propria responsabilitàha deciso di risarcire i familiari di un altro agricoltore della zona, suicidatosi per gli stessi motivi.
Chissà se anche il caso della signora filippina si concluderà fuori dalle aule giudiziarie.

37. Contrasti giurisprudenziali in materia di autocompletamento di Google

Il mese scorso il Tribunale di Tokyo, in una causa contro Google in tema di completamento automatico, aveva reso giudizio a favore dell’attore. Si era ritenuto cioè che i risultati -errati- che associavano il nome dell’attore a un profilo criminale fossero lesivi del suo onore.
Nei giorni scorsi invece lo stesso Tribunale ha reso un giudizio a favore di Google. Niente risarcimento di ¥2M all’attore, ha deciso il giudice Tomonari Honda (本田 知成 che avevamo già incontrato qui).
Vedremo cosa dirà l’Alta Corte di Tokyo in sede di appello.

38. Avete mandato il sacerdote sbagliato

Una famiglia chiede, con largo anticipo, a un’impresa di pompe funebri, che il funerale del proprio famigliare, affetto da malattia incurabile, sia celebrato da un sacerdote del tempio 浄土真宗本願寺派 (Jodo Shinhsu Honganji). L’impresa, quando quattro mesi dopo il soggetto viene a mancare, manda un sacerdote da un altro tempio.
La famiglia presenta domanda al Tribunale di Fukuoka di ¥3,55 M, come risarcimento dei danni morali. (non ho trovato la sentenza, e prima che escano commenti sulle riviste scientifiche passerà del tempo, ma è importante notare che la domanda non è per inadempimento contrattuale ma per danni).

39. Risarcimenti per morte da evacuazione nucleare

Si sapeva che tra le vittime del disastro di Fukushima vi sono  persone anziane e/o ricoverate in ospedali, che non hanno retto lo stress, le difficoltà, la carenza di assistenza collegata all’evacuazione.
I famigliari di alcune di esse hanno citato in giudizio TEPCO.

(puntata precedente)

Aggiornamenti flash

  1. In Italia per svuotare le carceri pensano all’amnistia, in Giappone eseguono le condanne a morte. Tre condannati sono stati impiccati giovedì 29 marzo, su ordine del ministro della giustizia Toshio Ogawa, che dichiara:
    – Ho solo fatto il mio dovere di ministro della giustizia.
  2. Un uomo nota che la funzione di autocompletamento di Google, battendo il suo nome, associa il suo nome a reati gravi. L’uomo chiede che il famoso motore di ricerca statunitense rimedi a questo inconveniente, che sostiene essere alla base del suo improvviso licenziamento e delle seguenti mancate assunzioni.
    Il Tribunale distrettuale di Tokyo ha emanato il 19 marzo un provvedimento d’urgenza che accoglie le richieste dell’uomo e ordina a Google di disattivare la funzione di autocompletamento. Google ha dichiarato però che non seguirà l’ordine del tribunale giapponese perché la sede della società è in USA e pertanto non soggetta alla legge giapponese, e perché le funzioni di autocompletamento sono automatiche, non intenzionali e non possono configurare una violazione di privacy.
    L’esperto di privacy dell’Università di Niigata, prof. Masatomo Suzuki, pur riconoscendo la comodità della funzione, peraltro adottata anche da altri motori di ricerca, appoggia la decisione del Tribunale. (grazie a Elena Falletti per la segnalazione)
  3. Decisione del Tribunale distrettuale di Osaka (siamo dunque al primo grado di giudizio) in materia di risarcimento dei danni da amianto. La corte, presieduta dal giudice Ken’ichi Ono ( 小野 憲一 ) ha riconosciuto la responsabilità dello Stato e lo ha condannato a pagare ¥ 180M a 55 attori. La sentenza sostiene che lo Stato sapeva della dannosità dell’amianto dalla fine degli anni 1950: la legge sulle misure per prevenire l’asbestosi è del 1960, ma nello stabilimento in questione non furono installati ventilatori fino al 1971.
    La decisione va in senso opposto a quella dell’agosto scorso, in cui l’Alta corte di Osaka (siamo dunque al secondo grado di giudizio, ma sempre di giudizio di merito si tratta) aveva dichiarato lo Stato non responsabile per i danni causati dall’amianto fino al 1971.
  4. Gourmet di tutto il Giappone affrettatevi. Se la linea guida del Ministero della salute andrà in porto, da giugno sarà vietato in tutti i ristoranti dell’Arcipelago servire fegato bovino crudo. Pene fino a 2 anni di reclusione o 2 milioni di yen di multa.