Il titolare auspica la fine di una delle più subdole forme di schiavitù sopravvissute nel mondo moderno, cioè la cosiddetta “proprietà intellettuale”, espressione infelice e fuorviante, che mette insieme istituti diversissimi fra loro, ma che ha l’innegabile vantaggio di essere tremendamente comoda quando si voglia indicare il complesso di questi istituti perniciosi.

Tutto quanto compare nel blog è praticamente di dominio pubblico, e come potrebbe essere altrimenti?
Se non avessi voluto darvi le mie idee, non mi sarei messo a fare il blog. Non scriverei articoli. Non insegnerei in università. Non direi niente, ma proprio mai niente a nessuno.
Vita triste quella di chi si preoccupa per la cosiddetta proprietà intellettuale.

Allo stesso tempo, mi fa piacere se il mio nome circola, e se evitate di plagiare i contenuti del blog e mi date il giusto credito quando è necessario fate una figura migliore anche voi. Se siete così cortesi e intelligenti da volermi citare, pare che il modo corretto sia questo:

• Andrea Ortolani, “Titolo del post”, Il diritto c’è ma non si vede (blog), data del post, link.

Se mi fate sapere dove vengo citato, vi leggo/ascolto/guardo molto volentieri. Se possibile, rendo il favore linkandovi a mia volta.
Per contattarmi potete usare i commenti ai post o, per maggior riservatezza, questa pagina. 

Su diritto d’autore, copyright e affini, qui un testo recente che è già un classico della teoria libertaria contro la cosiddetta proprietà intellettuale.
E poi un articolo in cui si propone una chiave di lettura molto interessante, e sovversiva, della cosiddetta proprietà intellettuale: la proprietà intellettuale come servitù negativa.

Per finire un paio di video.

Copiare non è rubare:

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=IeTybKL1pM4]

Bisogna dare credito:

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=dPtH2KPuQbs]