In galera per una rivista + CD

In galera per una rivista + CD

Apprendo dal mio amico Francesco Fondi, autore dell’ottimo blog Otaku News ospitato da Wired Italia, che la polizia giapponese ha arrestato il presidente e 3 redattori della casa editrice Sansai Books.
Reato contestato: quello di aver venduto una rivista con CD in omaggio in cui si spiegava come aggirare le protezioni anticopia, o DRM. L’atto è previsto come reato dalla Legge sulla prevenzione della concorrenza sleale ( 不正競争防止法 ), come sostiene anche lo Yomiuri Shinbun. Mi pare che l’articolo in questione sia l’art. 2, ove si definisce cosa costituisca concorrenza sleale, comma 10 e comma 11.

Sansai Books aveva stampato 18.500 copie del libro e ne aveva vendute circa 4.000 al prezzo di 1050 yen. Il 28 settembre dell’anno scorso l’Associazione giapponese video e software (JVA) aveva mandato una testa di cavallo una lettera di avvertimento a 23 editori, ricordando loro che la pubblicazione di materiale per la decodifica (ripping) del software o dei video è reato, e chiedendo di impegnarsi solennemente a non pubblicare più tali software. Evidentemente Sansai non aveva seguito il suggerimento.
La comunicazione della JVA del 7 luglio 2012, che ripercorre brevemente la storia e commenta gli arresti si può trovare qui (ht: link su TechinAsia).
È questa la prima volta che un editore e dei giornalisti sono oggetto di misure penali per questioni di diritto d’autore, violazione di copyright e DRM.

Come giustamente rileva Francesco, non si capisce perché la polizia abbia arrestato solo persone collegate all’editore e non abbia risalito la corrente fino ad Amazon Japan, che aveva il libro in listino fino a pochi giorni fa -ma che ora l’ha tolto.
In effetti anche Amazon ha contribuito a diffondere il libro.

Mi piacerebbe molto vedere il caso arrivare fino alla Corte Suprema e vedere se la legge riuscirebbe a reggere gli attacchi di costituzionalità che si possono facilmente immaginare. I due più evidenti sono quelli alla libertà di parola e al diritto di proprietà.
È indispensabile in questo caso che gli imputati siano molto motivati, che abbiano un buon collegio difensivo e una certa propensione al rischio.
Come spesso capita in Giappone infatti, molto probabilmente la migliore strategia difensiva, per il singolo, è quella di confessare, dimostrare pentimento, e promettere che non si ricadrà nel reato. Se si tratta della prima infrazione, in caso di reati minori e non violenti spesso l’imputato se la cava con una condanna sospesa. Il problema di questo approccio, o il punto forte se lo si vede dagli occhi dell’accusa, è che la legittimità della legge non può essere messa in discussione.
Se si decide di adottare una strategia aggressiva e dare battaglia colpo su colpo in tribunale senza riconoscere le accuse, in caso di condanna, cioè nel 99% dei casi, sarà molto più difficile vedersi concessa la sospensione condizionale della pena.
Un rischio non da poco per l’imputato.

4 pensieri riguardo “In galera per una rivista + CD

    1. Il commento precedente è stato rimosso perché offensivo.
      Colgo l’occasione per dire che finora sono stato tollerante con i commenti, ma d’ora in poi sarò più severo. Non voglio tappare la bocca a nessuno e continuerò ad offrire la possibilità di scrivere commenti sostanzialmente anonimi, a patto che mantengano un certo livello di decenza e decoro, e contribuiscano ad una discussione costruttiva.
      Chi vuole postare un commento critico, provocatorio o potenzialmente problematico per altri motivi, facendo login con il suo nome vero e una mail funzionante aumenta le probabilità che il commento sia accettato.
      Commenti volgari, insulti e attacchi personali non sono naturalmente ammessi, nemmeno facendo login.
      SCRIVERE IN MAIUSCOLO equivale a urlare, e qui nessuno ha problemi di udito.

  1. Emmammamia che fiscalità! Manco (non è una parolaccia!) avessi scritto quale nefandezza! Mi sono limitato a dire (forse con toni un pochino accesi, ma neanche più di tanto) che questo è un non-problema e una non-legge. Non-problema perché si può accedere alle stesse informazioni standosene comodamente seduti a casa navigando su internet, non-legge perché, appunto, è una legge che è facilissimo aggirare. O fanno una bella legge seriamente fascista dove si oscurano alcuni contenuti sulla rete, alla pechinese per intendersi (ed anche in quel caso funziona sì e no) oppure ti tieni il cane e le pulci. O no?
    Per quanto riguarda il nome, sono la guerriera che mangia alla marinara! (ché il vestito era ridicolo)

    1. I toni, ripeto, erano troppo accesi e offensivi nei confronti di Sansai Books. Questo commento è più posato e più costruttivo e infatti è passato.
      Sul nome: il suo nome per ora è “esiliogiapponese” e la sua mail non credo sia funzionante. In sostanza, lei è un anonimo. Nessuno è (per ora) obbligato a commentare con il proprio nome e cognome, e la propria foto, ma allo stesso tempo io non sono obbligato ad accettare qualsiasi commento da un anonimo qualsiasi, sul *mio* blog.

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