Servitù di fibra ottica

Servitù di fibra ottica

Questo è il vicolo che passa davanti a casa mia:

Stamattina, proprio quando stavo uscendo di casa un tizio con una tuta da lavoro e un blocco appunti in mano suona al campanello:

– Buongiorno, sono di KDDI.
– Buongiorno.
– Dunque… mi scusi se la disturbo, sono qui perché vorremmo far passare qui davanti, sui pali della luce, un cavo della fibra ottica, solo che questo vicolo è una strada privata e dobbiamo avere il permesso di tutti.

(LA MENTALITÀ LEGALISTA HA UN GUIZZO. Mi dico: vediamo fin dove riesco ad arrivare)

– Ah ho capito…
– Qui intorno hanno già detto tutti che va bene…
– Ah, davvero? Ok bene, ma guardi ora sto uscendo, sono di fretta, mi dia allora un documento, un foglio, qualcosa.
– Ehm, non ho niente, vede, chiediamo il consenso oralmente.
– Ah. Ma davvero? Beh guardi allora ci devo pensare. Non può ripassare?
– Sì, quando posso passare?
– Uhm, vediamo, giovedì?
– Ok, va bene, giovedì… Ah no, giovedì non posso, mi scusi.
(il tutto mentre mi segue verso la fermata della metropolitana)
– Allora, il venerdì non posso, si slitta a lunedì prossimo, ma lunedì mattina ho un impegno fuori casa… mercoledì?
– Altrimenti posso venire a disturbarvi nel weekend, sabato o domenica.
– No guardi, il weekend non so se sono in casa… facciamo che quando può venire, prova a suonare, nel frattempo ci penso.
– Va bene, arrivederci.

Lo so, sono stato un po’ pignolo. Un po’ tanto. Il tizio forse non avrà pensato a Takeyoshi Kawashima e alla sua teoria sulla contrapposizione mentalità giuridica giapponese/mentalità giuridica occidentale*, mi avrà semplicemente dato del gaijino rompiscatole.
Però, per una volta che mi capita un’occasione del genere, non potevo lasciarmela sfuggire.
Sarebbe bello non dare il consenso, così, per vedere come va a finire, ma forse sarebbe davvero troppo. Anche per fini nobili come quello della ricerca giuridica.

Nel frattempo dunque mi informo sulle servitù. Così quando ritorna lo interrogo per bene, e capisco come funziona.

Voi che fareste? Suggerimenti, proposte?

*: altri articoli importanti di e su Kawashima sono accessibili attraverso servizi a pagamento. L’articolo linkato mi sembra il più completo tra le pagine recenti liberamente accessibili. Un grande classico è questo, più centrato però sulla vera o presunta ritrosia dei giapponesi ad andare in giudizio.

10 pensieri riguardo “Servitù di fibra ottica

  1. Non conosco le leggi in merito, ma lo stomaco mi impone una considerazione.
    KDDI株式会社, ergo società per azioni, a scopo di lucro, da quella fibra tira fuori dei soldi e se la facesse passare in suolo pubblico suppongo dovrebbe pagare. Siete i fatebenefratelli? Consenso orale?
    La servitù normalmente fa abbassare il valore del terreno, che probabilmente vi appartiene in base alla superficie del vostro appartamento. Quindi se voi buttate giù il palazzo e volete ricostruirlo con la stradina o se volete vendere il terreno come risolvete questa rogna?

    Quando il gaijin rompe, ha i suoi buoni motivi.

  2. Consiglio di chiamare la KDDI per chiedere informazioni, anche se non è dovuto da parte tua,
    ma meglio essere informati per prevenire che attendere che il campanello suoni di nuovo.

  3. Mi dispiace ma non condivido proprio questo atteggiamento. Ci sara’ una o piu’ famiglie vicino a casa tua che hanno chiesto un servizio. In Giappone i cavi li fanno passare sopra e non rompono le strade come in Europa.
    Se tu non dai il consenso quelle famiglie non possono avere il telefono ed internet e la tv via cavo. Tu ti divertirai come avvocato, ma questo comporta alla KDDI spese, ci saranno operai che non potranno lavorare, famiglie che non possono avere i servizi richiesti.
    Questo significa vivere con altre persone, civilmente.
    Come gli scemi in Italia, non voglio il treno, non voglio questo e non voglio altro. Per egoismo e cattiveria perche’ godono fino alla nausea di far soffrire le altre persone.

    NAturalmente puoi dire: il cavo deve essere ben fissato, non deve dare disturbo ecc,

    Faccio una parentesi, perche’ ieri parlavi di fumo: la nicotina non e’ cosi dannosa come alcuni dicono, la combustione si, come puo’ dare fastidio il fumo al cinema o al chiuso. Ma i gruppi antitabacco con i loro avvocati fanno in modo che sia vietato anche il tabacco da bocca o da naso, che non da fastidio a nessuno, non danneggia nemmeno chi lo usa. In europa si vieta da 20 anni, in giappone non si produce proprio, e in america voglio licenziare chi si mette tabacco in bocca (bustine di snus dico!!!).

    Questo per riallacciarmi al discorso iniziale quando per egoismo si prevalgono i diritti degli altri: esempio il tuo – tu pensi: Io ho internet a 100 mb, 3 linee telefoniche, 500 canali ma gli altri dopo la mia casa devono schiattare e non potersi godere un film o leggere il tuo blog!

    P.S.
    scusa lo sfogo il tuo sito mi piace molto! (^-^)/ spero che dai il permesso – io aspetto che mi allacciano internet e telefono e sono dalla parte dei tuoi vicini

    1. Alessandro, grazie del commento. Capisco e in parte condivido la posizione secondo cui bisogna accettare qualche sacrificio per vivere in società, ma a parte la curiosità giuridica, mi sembra strano che si possa costituire una servitù così, con un semplice consenso prestato oralmente. (TEPCO, per i pali della luce che passano nel vicolo ci paga la bellezza di 2.000 jpy al biennio!) Inoltre, il tizio non si è neanche presentato (non mi pare almeno, ero di fretta perché stavo uscendo), non ha lasciato un biglietto da visita, insomma la faccenda non è del tutto chiara. Un po’ di sana diffidenza non è stata fuori luogo, e domani provo a chiedere ai vicini, per sentire se ha chiesto anche a loro, e KDDI.

  4. Io non darei proprio il consenso orale, verba volant scripta manent si dice, ammesso lo abbia scritto bene. Inoltre KDDI tira il cavo per fornire servizi nella strada o per raggiungere altri posti, risparmiando in qualche modo? Qui non siamo in NIMBY, si tratta solo di buon senso, perche’ poi quando gli enti superiori arrivano ed espropriano lo fanno senza tante cerimonie. Qua ormai si paga l’aria, se in Giappone ci si avvicina che mettano mano al portafogli offrendo tariffe agevolate sui servizi o quant’altro.

    A.

  5. Ciao!
    Mah! L’ultima volta che con un Giapponese mi sono fidato “sulla parola” le conseguenze sono state disastrose. Puoi immaginare a che cosa voglio alludere…

    Solo per dire che la parola di un Giapponese non deve essere considerata più veritiera di altri,ecco!

    Ora,che una società di così tal prestigio non si munisca di semplici moduli da riempire con una firma,mi sembra poco serio. In giapponese si direbbe “iccaghenne”.

    Si va da un estremo all’altro. Anni fa quando stipulai una polizza assicurativa,dopo averla firmata in lettere latine mi fu chiesto in un secondo tempo di scrivere di mio pugno il mio indirizzo in kanji
    ( questo per salvaguardarsi da eventuali reclami: ” Lei doveva leggere le clausole.Il giapponese lo sa perché lo può scrivere…). Dimmi tu!

    Consigli che posso darti? Fidati del tuo istinto!

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