Stai alla larga dalla yakuza

Stai alla larga dalla yakuza

È in sostanza questo il contenuto dei Regolamenti sull’esclusione della yakuza ( 暴力団排除条例 boryokudan haijojorei) entrati in vigore a Tokyo e Okinawa il primo ottobre 2011.

Il Regolamento di Tokyo era stato approvato a marzo 2011. Esso rende più problematico il rivolgersi e l’intrattenere rapporti con la yakuza, e dividere con i loro membri vantaggi o profitti.
In altre prefetture provincie regolamenti analoghi erano già entrati in vigore, e avevamo accennato poco tempo fa alle norme che mirano a tenere gli yakuza fuori dagli alberghi. Tokyo e Okinawa erano le ultime due provincie sprovviste di tali regolamenti: ora in tutto il Giappone sono presenti regole di questo tenore.

I concetti alla base del Regolamento di Tokyo, nelle parole del Dipartimento di Polizia di Tokyo sono:

  • Non aver paura della yakuza
  • Non dare soldi alla yakuza
  • Non fare uso della yakuza… e soprattutto
  • Non intrattenere rapporti con la yakuza

In Giappone c’è un fumetto per tutto: ecco quello preparato per riassumere le linee fondamentali del Regolamento:

L’approccio seguito dal Regolamento è semplice: esso criminalizza chi cede alle minacce della criminalità, trattandolo come un complice. La prima trasgressione fa scattare un avviso privato, la seconda può far scattare un richiamo pubblico, con le immaginabili conseguenze per la reputazione, e/o sanzioni penali. Anche attività come andare a pranzo o giocare a golf con uno yakuza può qualificare il soggetto come “persona in rapporti con la yakuza”.
Il Regolamento contiene una clausola che invita i soggetti a contatto con la yakuza a vuotare il sacco: nel caso ci si rivolga alla polizia volontariamente, prima di essere oggetto di provvedimenti, e si collabori per recidere i rapporti con la yakuza, la polizia si impegna a fornire il suo aiuto e a mantenere la riservatezza sulla cosa (art. 28). La clausola non vale nei casi in cui l’attività in questione consista nella minaccia o estorsione. Qui i moduli per confessare e promettere di non ripetere gli errori.

Lo Yomiuri Shinbun presenta una lista esemplificativa degli atti  che le nuove regole proibiscono, e che pertanto si può presumere fossero i più diffusi:

  • Il pagamento di denaro da parte di ristoranti, bar e affini alla yakuza per ricevere “protezione”;
  • La concessione di spazi e/o di servizi di catering alla yakuza in occasione di ricevimenti o incontri;
  • lavori di blindatura delle automobili di membri della yakuza;
  • intrattenere qualsiasi rapporto commerciale con società prestanome riconducibili alla yakuza;
  • installare telecamere di sorveglianza negli uffici della yakuza;
  • assistere o partecipare con la yakuza in schemi di speculazione edilizia;
  • stampare biglietti da visita per membri della yakuza;
  • per i concessionari di automobili, adottare trattamenti di preferenza per i membri della yakuza;
  • acquistare a caro prezzo fiori da soggetti collegati alla yakuza.

Il regolamento include norme (artt. 18 e 19) che invitano imprese e privati a inserire nei contratti – il riferimento è soprattutto ai contratti di locazione di immobili, ma è compreso qualsiasi tipo di contratto- clausole sul diritto di recesso per i casi in cui la parte scopra che la controparte sia collegata alla yakuza.

Le norme dovrebbero funzionare come in questo caso, avvenuto a Yokohama, dove un regolamento analogo è entrato in vigore ad aprile 2011. La Commissione provinciale sulla sicurezza, che ha il compito di vigilare sull’applicazione delle norme contro la yakuza, venuta a sapere che il 20 giugno un ristorante aveva ospitato un pranzo con circa 100 membri di un clan locale affiliato allo Yamaguchi-gumi [il gruppo di yakuza più grande del Giappone, che, tra membri 構成員 e quasi-membri 準構成員 , conta più di 36.000 affiliati], ha inviato al ristorante un avviso/richiesta di non offrire più ospitalità a tale cliente, e al capo del clan di non servirsi più di tale ristorante.
Commento del capoclan locale: “Sapevo che sarebbe andata a finire così. Non lo farò più”.

Tra i settori più a rischio, quello dello spettacolo. Due delle maggiori agenzie di gestione di personaggi televisivi, la Burning Productions e la Yoshimoto Kogyo sono da tempo sospettate di avere legami con la yakuza. Shinsuke Shimada, di cui abbiamo parlato qui, era uno dei personaggi di punta della Yoshimoto Kogyo. Il presidente della Yoshimoto Kogyo si è rivolto alla polizia di Osaka per ricevere aiuto a troncare i legami con la yakuza.
La polizia di Tokyo sta indagando su cantanti e personaggi dello spettacolo, perché anche l’esibirsi a feste organizzate da yakuza può qualificare l’artista come collegato alla criminalità.
Il presidente dell’emittente pubblica nazionale NHK si è sentito in dovere di dichiarare che nel tradizionale programma di Capodanno “Kohaku Uta Gassen” l’emittente farà attenzione a non invitare artisti collegati alla yakuza.

Sono stati rivelati recentemente anche i legami del mondo del sumo con la criminalità organizzata. Probabilmente tutto nacque dalla notizia, che creò scandalo, di alcuni boss seduti nei posti di onore al torneo di sumo di Nagoya nel luglio 2009. Forse si spiegano anche così, come una lezione data dalla polizia al mondo del sumo, i recenti scandali sulle scommesse illegali sulle partite di baseball, e soprattutto sugli incontri di sumo truccati. 

Secondo Kiyoshi Hikita, responsabile presso la Federazione degli Ordini degli Avvocati del gruppo sulle misure contro la yakuza, si tratta di una svolta epocale che potrebbe togliere definitivamente alla yakuza le sue fonti di entrate.

Nel frattempo il capo dell’Agenzia nazionale della polizia, Takaharu Ando, ha dichiarato che gli attacchi della yakuza ai soggetti che cercano di allontanarsene stanno intensificandosi, e che pertanto sono allo studio modifiche alla Legge sulle misure contro la yakuza ( 暴力団員による不当な行為の防止等に関する法律 ).

8 pensieri riguardo “Stai alla larga dalla yakuza

    1. Ciao arisio, anch’io lo sto leggendo proprio in questi giorni, in inglese. Non riesco a capire perché nella traduzione abbiano scritto Tokyo con la I di Imola… c’è mica una nota di spiegazione del traduttore?

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